Aversa, accorpamento reparti al ‘Moscati’: scontro tra dirigenza e sindacati

di Antonio Arduino

Aversa – L’incontro fra la direzione sanitaria dell’ospedale “Moscati” e le rappresentative sindacali del presidio non ha portato alcuna soluzione al problema del caos attualmente esistente nel nosocomio cittadino. Le due parti sono rimaste ciascuna sulla propria posizione. Da un lato la Fials, supportata dagli altri sindacati, ha ribadito la richiesta di annullamento della disposizione del 10 luglio scorso con la quale la direttrice sanitaria, Angela Maffeo, aveva chiuso l’attività chirurgica di elezione (interventi già programmati, non d’emergenza, ndr.), accorpando in pratica la chirurgia generale, la chirurgia mininvasiva e l’otorino, spostando un parte del personale chirurgico al pronto soccorso per rafforzarne l’attività messa in crisi da carenza di personale. Dall’altra parte la direttrice del presidio che avrebbe ribadito la validità del provvedimento assunto in accordo con la direzione generale aziendale.

La scelta adottata dalla dirigente, in questa prima fase di applicazione, secondo i sindacati non avrebbe portato alcun beneficio, anzi avrebbe creato ulteriori danni, riducendo di fatto i posti letto e, di conseguenza, le capacità assistenziali dell’ospedale per la  necessità di procrastinare interventi chirurgici importanti come, ad esempio, quelli programmati per pazienti affetti da neoplasia, e lasciando intatto il numero dei sanitari  del pronto soccorso perché dei due chirurghi spostati dal reparto uno sarebbe stato assegnato alla direzione sanitaria, l’altro avrebbe avuto necessità di prendere un periodo di malattia essendo affetto anche da patologie che gli impediscono di effettuare attività h24.

Per i rappresentanti delle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil, Nursing Up, Aroi e Fials, considerando che il problema della emergenza personale in pronto soccorso si ripresenta puntualmente ogni anno nel periodo estivo, causa anche la necessità del personale di fruire delle ferie e che, negli anni passati, è stato risolto con accordi presi in maniera informale, amichevole tra direzione ospedaliera e personale, la scelta della Maffeo di imporre la chiusura delle chirurgie agli interventi di elezione è stata sbagliata perché non ha tenuto conto di situazioni contingenti come, ad esempio, quella del personale che avendo già concordato il periodo di ferie, e che avrebbe anticipato del denaro per goderle, si vede costretto a rimetterci economicamente con la possibilità di rivalersi sull’Azienda sanitaria avviando azioni legali di risarcimento.

“Se si fosse adottato il metodo usato negli anni passati, probabilmente, non ci sarebbe stato alcun tipo di caos”, spiegano i rappresentanti sindacali della Fials, promotore della richiesta di revoca dell’ordine dirigenziale. C’è poi da sottolineare, sostengono i sindacalisti, “la cattiva gestione del problema pronto soccorso da parte della dirigente, dal momento che la direzione generale aziendale aveva erogato al ‘Moscati’ 600mila euro aggiuntivi ai fondi ordinari per consentire l’assunzione di personale appositamente per il pronto soccorso, con contratti a tempo”. “Inizialmente – spiegano dalla Fials – queste assunzioni ci sarebbero state ma essendo stati pagati i sanitari assunti con grossi ritardi di tempo, si parla di 5-6 mesi, rispetto al periodo delle prestazioni garantite, e ci sarebbe stata risposta negativa da parte di altro personale sanitario che avrebbe potuto prestare servizio, a tempo determinato, in pronto soccorso”.

Sia alcuni esponenti sindacali sia la direttrice del presidio hanno ritenuto necessario un periodo di riflessione. In particolare, sostengono i rappresentanti della Fials, che hanno lasciato la sede dell’incontro prima della conclusione, la direttrice avrebbe subordinato ogni sua decisione all’esito di un incontro da tenere con i vertici aziendali.

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