Aversa, megaprotesi: successo per l’equipe di ortopedia del dottor Pellegrino

di Livia Fattore

Aversa – Ancora un caso di buona sanità all’ospedale “San Giuseppe Moscati” di Aversa. Sembrava un caso disperato. Si era fratturato il femore e la tibia omolaterale insieme alla rottura della componente protesica femorale. La paziente L.C., di 71 anni, già sottoposta ad impianto di artroplastica di ginocchio sinistro oltre venti anni orsono con successive tre revisioni nel corso degli anni tutte eseguite presso altre strutture, giungeva al Pronto soccorso del “Moscati” di Aversa. Ricoverata al reparto di orto-traumatologia, veniva sottoposta nei giorni scorsi ad un eccezionale intervento di riprotesizzazione con una megaprotesi.

L’equipe composta dai chirurghi Achille Pellegrino, direttore del reparto di Ortotraumatologia, Giuseppe Improda e Luigi Russo e dall’anestesista Rosa Cafaro, dopo aver praticato tutte le indagini che escludevano una mobilizzazione settica dell’impianto protesico e un accurato planning pre-operatorio, constatata la presenza di un grave difetto osseo a seguito delle precedenti revisioni, ha provveduto all’espianto delle componenti protesiche mobilizzate e all’impianto di una megaprotesi, ovvero di un sistema protesico segmentale da grandi resezioni con possibilità di ancoraggio prossimale nell’interfaccia osso/protesi in tantalio. La paziente, nonostante una complicanza post-operatoria risoltasi nel giro di pochi giorni, è stata dimessa già deambulante e in buone condizioni di salute.

L’intervento è stato reso possibile grazie alle autorizzazioni del direttore generale dell’Azienda sanitaria di Caserta, Mario De Biasio, che ha seguito costantemente la degenza e le fasi chirurgiche della paziente, del direttore sanitario aziendale Arcangelo Correra, del direttore sanitario del “Moscati” Angela Maffeo e del provveditore dell’Asl Maria Di Lorenzo, dato che questi sistemi da grosse resezioni non sono oggetto di aggiudicazione della ordinaria gara Soresa.

«Al Pronto Soccorso del Nosocomio Normanno, – afferma il dottor Pellegrino – unico ospedale dell’Asl dotato di guardia attiva orto-traumatologica h24, è in costante aumento l’afflusso di pazienti affetti da fratture periprotesiche di anca e di ginocchio. Si tratta in gran parte di ‘pazienti fragili’ anziani o grandi anziani che necessitano di trattamenti chirurgici molto cruenti e invasivi secondo protocolli ormai standardizzati allo scopo di evitare un allettamento prolungato, assicurare il ritorno a compiere gli atti quotidiani della vita antecedente l’evento traumatico ed evitare l’insorgenza di complicanze e/o l’aggravamento di condizioni cliniche pregresse già compromesse, che il più delle volte possono rivelarsi fatali». «Le megaprotesi inizialmente utilizzate per il trattamento di gravi patologie oncologiche dove è necessario sostituire anche parti di osso resecato, – continua Pellegrino – vengono attualmente impiegate anche nel trattamento di patologie non oncologiche con grosse perdite di sostanza ossea conseguenti ad eventi traumatici o a mobilizzazione degli impianti protesici».

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