Non c’è soltanto l’inquinamento e le plastiche a distruggere il Mar Mediterraneo. La biodiversità è in pericolo anche dalla pesca eccessiva. Una volta il “Mare Nostrum” era un mare ricco di pesce. La grande industria del pescato, l’uso eccessivo delle reti, comportano troppo spesso un infruttuoso bottino che purtroppo viene rigettato in acqua morto quasi per la metà. Per questo è un obbligo tutelare la pesca tradizionale e con essa il turismo sostenibile, soprattutto in realtà che fanno dell’economia del mare un punto saldo.
Da questo presupposto, un imprenditore, Gianluca D’Uva, titolare del ristorante “Alici come prima”, a Cetara (Salerno), in costiera amalfitana, ha deciso di lanciare una nuova scommessa: insegnare a tutti il valore del pescato e poi, dopo una giornata a contatto con la natura, portare a tavola il frutto del lavoro svolto all’alba per gustarlo nelle ricette tipiche locali.
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