Sessa Aurunca, il Festival dell’Impegno Civile ricorda Alberto Varone

di Redazione

Ventisette, tanti sono gli anni trascorsi dall’omicidio di Alberto Varone, vittima innocente della camorra, e martedì 24 luglio, nel giorno dell’anniversario di quella morte atroce, la tappa del Festival dell’Impegno Civile a Maiano di Sessa Aurunca, presso la cooperativa sociale “Al di là dei sogni”, sulla strada provinciale 124, ne farà memoria. Insieme a Valerio Taglione, coordinatore del Comitato Don Peppe Diana, e a Giovanni Solino, referente provinciale casertano di Libera, e dopo i saluti del sindaco di Sessa Aurunca, Silvio Sasso, interverranno: Bruno Vallefuoco, referente regionale del coordinamento dei familiari delle vittime innocenti, Massimo Noviello, figlio di Domenico Noviello, vittima innocente della camorra, ucciso il 16 maggio del 2008 per essersi opposto ai suoi estorsori, Raffaele Sardo, giornalista de La Repubblica e scrittore di diversi volumi che raccontano le storie delle vittime della violenza criminale, tra cui quella di Varone.

Saranno ripercorsi gli anni del silenzio e dell’impegno che hanno poi portato i tanti volontari ed operatori sociali della cooperativa ‘Al di là dei Sogni’ ad intitolare il bene confiscato che gestiscono proprio a quell’eroe civile che voleva solo continuare a lavorare ed essere lasciato libero di vivere. I lavori saranno moderati dalla giornalista Matilde Crolla. La serata come in ogni tappa del Festival dell’Impegno Civile, giunto quest’anno all’undicesima edizione con il tema ‘ Siamo in ritardo ma ancora in tempo’, si aprirà alla festa con la degustazione dei prodotti locali e biologici a cura della Fattoria dei Sogni e con il cinema della carovana Cinemovel che prevede la proiezione, alle ore 21, del film “L’ordine delle cose” di Andrea Segrè.

L’OMICIDIO VARONE – Alberto Varone era un piccolo imprenditore originario di Carano, frazione di Sessa Aurunca, in provincia di Caserta. Amava molto la sua famiglia a cui cercava di non far mancare nulla e proprio per questo svolgeva contemporaneamente due lavori: gestiva una sorta di agenzia immobiliare nel pieno centro di Sessa Aurunca, in viale Trieste, e di notte andava a prendere i quotidiani al deposito di San Nicola La Strada, una cittadina alle porte di Caserta, per distribuirli in tutte le edicole del comune sessano, da Roccamonfina al Garigliano. Il suo era un lavoro fatto di tempestività, meticolosità, professionalità.

Il clan Esposito (detto “dei Muzzoni”), affiliato alla Nuova Famiglia della camorra campana, aveva più volte preteso la cessione della sua attività commerciale e il pagamento di una serie di tangenti, richieste a cui Varone aveva opposto resistenza. Per tale motivo fu oggetto di una serie di atti intimidatori, quali il danneggiamento dei locali nonché minacce alla propria incolumità e a quella dei familiari. Nonostante il forte clima di condizionamento –  generato tanto dagli affiliati, quanto dagli altri commercianti del luogo – Varone continuò a resistere alle richieste, sempre più aggressive, della camorra locale, divenendo una minaccia per la credibilità della stessa organizzazione criminale.

Il 24 luglio 1991 fu vittima di un agguato organizzato dal clan Muzzoni. Alberto, come suo solito, viaggiava con la propria autovettura verso San Nicola la Strada quando sulla via Appia, in località “Acqua Galena”, tra i comuni di Francolise, Teano e Sessa, un commando armato di fucile a canne mozze esplose più colpi a distanza ravvicinata, uno dei quali lo colpì in pieno volto. Il corpo fu lasciato lì, fino a quando non arrivò una chiamata anonima di un passante che avvertì la vicina caserma dei carabinieri di Sant’Andrea del Pizzone. Antonietta, la moglie, insieme al suo primogenito Giancarlo e agli altri figli, cercò di continuare l’attività di Alberto ma dovette subire ancora minacce dalle stesse persone. Così, incoraggiata dal vescovo Raffaele Nogaro, decise di denunciare gli aguzzini, situazione che portò all’arresto del capoclan storico Mario Esposito nel 1994. Nel 1998, la Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere ha condannato i mandanti e gli esecutori materiali dell’omicidio, assicurando alla giustizia gli attori del gesto efferato. La Corte di Cassazione, nel 2003, ha confermato le condanne dando, inoltre, risalto alla coraggiosa e ferma opposizione alle richieste della criminalità organizzata.

Il giornalista Raffaele Sardo ha raccontato la storia di Alberto nel libro ‘La Bestia’. A Maiano di Sessa Aurunca sorge il presidio di “Libera” intitolato proprio ad Alberto Varone, gestito dalla cooperativa sociale “Al di là dei Sogni”, che, a partire dal 2008, grazie alle attività della fattoria didattica, della agricoltura sociale e del turismo responsabile e sostenibile, aiuta i soggetti appartenenti a “fasce deboli” a trovare la dignità di nuovi percorsi di vita. Lo Stato ha onorato il sacrificio con il riconoscimento concesso a favore dei familiari, costituitisi parte civile nel processo, dal Comitato di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso di cui alla legge 512/99.

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