Se avessero anche la libertà vivrebbero in una delle città più belle e ricche di storia esistenti al mondo. Parliamo degli abitanti di Istanbul, una città di 13 milioni di abitanti divisa dal Bosforo in due: da un lato la parte asiatica, dall’altro quella europea. Una città che da anni vive un regime di scarsa democrazia. Tant’è che prima delle ultime elezioni presidenziali sono stati licenziati circa 200mila impiegati pubblici e tantissimi tra loro sono stati arrestati per essere stati considerati simpatizzanti del regime opposto a quello imposto dal presidente in carica, appena rieletto, che ha chiuso anche tre quotidiani, numerosi network online e pagine Facebook.
Dando, però, ad oggi, agli abitanti della Turchia condizioni di vita che potrebbero essere invidiate in paesi in cui esiste anche la libertà, come la scuola pubblica gratuita per tutti, fino al liceo compreso, con libri concessi gratuitamente, università il cui costo d’iscrizione non supera i 150 euro all’anno, strade asfaltare senza buche con servizi di pulizia continua, trasporti efficienti e gratuiti per anziani ultra65enni, servizi sanitari pubblici efficienti e a costo estremamente ridotto, sostegno ai poveri con consegna mensile di pacchi di viveri e di quando può servire, contenenti finanche il carbone per il riscaldamento, servizi pubblici gratuiti per i disoccupati veri che vengono controllati dalle forze di polizia locale affinché non ci siano furbi che attestino falsamente la disoccupazione ma poi lavorano in nero. Cose estremamente positive che, associate alla democrazia, farebbero felici tutti i popoli. E invece… Ma non è un discorso politico, quello che intendiamo fare dalle colonne di Pupia è far conoscere le bellezze di Istanbul. Così vi proponiamo degli appunti di viaggio a puntate.
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