Aversa, ci si indigna per la Feltrinelli ma “silenzio” su chiesa del Seggio a rischio crollo

di Antonio Arduino

Aversa – I politici aversani sono strani. Si accendono per una recensione che probabilmente leggeranno in pochi, minacciando fuoco e fiamme per l’autore e l’editore (il riferimento è al caso della Guida Feltrinelli, ndr.), cercano di dare colpe per la caduta di calcinacci, sia pure abbondante, da un edificio che dovrebbe essere stato messo in sicurezza da tempo (via Frattini, ndr.) ma dimenticano di tutelare il patrimonio artistico della città e la sicurezza dei cittadini. E’ quanto accade per la chiesa e il convento di Sant’Antonio al Seggio.

Una struttura chiusa dal 12 novembre 2017, ovvero quasi un anno fa, perché presentava danni che facevano presagire un possibile crollo. I frati francescani che la occupavano e la utilizzavano per la loro attività pastorale, preoccupati per l’incolumità dei fedeli, decisero di chiuderla a tempo indeterminato segnalando il problema alle autorità, prima fra tutte, al Ministero dell’Interno, proprietario dell’immobile, poi al sindaco e alla Soprintendenza alle Belle Arti accompagnando l’allarme con una relazione tecnica, commissionata e pagata dai frati, che segnalava la presenza nel sottosuolo del complesso di una enorme quantità d’acqua che rendeva ancora più grosso il rischio di crollo.

Malgrado il problema, dopo che più volte Pupia se n’è occupata, sia finito anche all’attenzione del Tgr Campania, per destare l’interesse delle istituzioni, i politici locali non hanno mosso un dito per salvare la struttura e garantire la sicurezza dei cittadini che abitano nella zona, dimenticando che il convento e la chiesa, fondati nel XIII secolo, siano ricchi  di opere d’arte  di gran pregio e la chiesa vanti il primato di essere stata la prima chiesa al mondo dedicata a Sant’Antonio da Padova, essendogli stata dedicata  esattamente nell’anno della sua morte. Considerando che chi scrive ha avuto la possibilità di entrare nell’edificio, vedere le lesioni presenti, rendersi conto che potrebbero essere serie e considerando che le condizioni atmosferiche non seguono più i ritmi di un tempo ma spesso causano pioggia torrenziale e bombe d’acqua, senza voler tener conto dei terremoti che, benché con epicentro ben distante da Aversa, si sono sentiti in città sia nel 2017 che nel 2018, viene logico chiedere perché le istituzioni a cui si sono rivolti i frati non sono interessate a proteggere dalla rovina un patrimonio artistico che non ha uguali in altre città, perché l’amministrazione comunale e i politici locali, in attività od ex parlamentari, non si impegnano per far risolvere questo problema.

Bene ha fatto il sindaco a rendere pubblico quanto di negativo ma sbagliato è stato scritto nella recensione dei luoghi d’Italia da visitare pubblicata da Feltrinelli e bene farà a difendere l’immagine di Aversa. Ma perché non fa altrettanto per salvare il complesso conventuale di Sant’Antonio al Seggio? Bisognerà aspettare che crolli la chiesa o il convento o entrambi, causando morti e feriti, per intervenire e poi domandarsi quali sono state le cause del disastro, di chi è la responsabilità, chi doveva fare e non ha fatto? Appare evidente che per queste domande esistono già le risposte e allora perché non impegnarsi per salvaguardare questo bene artistico della città allo stesso modo con cui ci si impegna per far correggere una recensione che probabilmente leggeranno in pochi o nella ricerca delle responsabilità e dei responsabili della caduta dei calcinacci da un edificio che da tempo doveva essere messo in sicurezza? Certamente sono cose importanti, ma altrettanto importante è la salvaguardia del patrimonio artistico della città e non è possibile giustificare l’inerzia dietro il fatto che il complesso conventuale non è proprietà della città, perché se dovesse crollare le conseguenze ricadrebbero sulla città e lo scaricabarile non farebbe resuscitare eventuali morti.

IN ALTO IL SERVIZIO VIDEO DEL MARZO 2018, SOTTO UNA GALLERIA FOTOGRAFICA

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