“Inchino” del Santo al boss: blitz contro clan Assinnata

di Redazione

Avevano fatto parlare di loro nel dicembre del 2015 quando due cerei si erano inchinati durante una festa patronale a Paternò. Un gesto che era stato interpretato come devozione al boss. Oggi la procura di Catania decapita il clan Assinnata, affiliato alla famiglia Santapaola. Dieci le persone colpite dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere: tra queste Domenico Assinnata, 28 anni, figlio del boss Salvatore.  Sono tutti chiamati a rispondere di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, tentato omicidio e di estorsione con l’aggravante del metodo mafioso.

L’indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania, ribattezzata “Assalto”, fa seguito all’operazione “The End”, che nel febbraio 2016 portò alla cattura di 14 affiliati dello stesso clan, tra cui il vecchio padrino. Dalle verifiche dei carabinieri di Paternò è emerso un quadro in cui la famiglia aveva il predominio assoluto sulla criminalità organizzata locale. In assenza del padre Salvatore, condannato in primo grado a dodici anni di carcere, il figlio Domenico aveva assunto il ruolo di reggente e curava i rapporti “con altri esponenti di notevole caratura delinquenziale”.

Notevole il volume d’affari illegali dell’organizzazione nel settore delle estorsioni ai danni di imprenditori della zona. In particolare sono emersi due atti intimidatori nei confronti di una ditta di autonoleggio. Nella prima occasione è stata data alle fiamme l’auto di proprietà del titolare, nella seconda sono state frantumate la vetrina e la porta di ingresso della ditta. Gli investigatori hanno ricostruito la metodica organizzazione delle piazze di spaccio, i canali e le procedure di approvvigionamento e vendita di eroina, marijuana e hashish. Nel corso delle indagini sono stati arrestati in flagranza 12 spacciatori. Gli arrestati sono Domenico Assinnata, 28 anni, Erminio Laudani, 49 anni, Gaetano Laudani, 21 anni, Marco Impellizzeri, 25 anni, Samuele Cannavò, 21 anni, Marco Giuseppe Sciacca, 24 anni, Cristian Terranova, 26 anni, Ivan Scuderi, 24 anni, Rosario Sammartino, 39 anni. Gli inquirenti della Procura di Catania hanno sottolineato la vicinanza alla popolazione di Paternò e la complessa attività investigativa per infrangere il muro d’omertà ancora presente nella provincia catanese.

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