Un arsenale e oltre 25 chili di droga sono stati sequestrati dai carabinieri in un’area di parcheggio privata del quartiere San Pietro a Patierno di Napoli. In uno dei box del parcheggio c’erano diversi scaffali di metallo su cui erano poggiati borsoni, borse termiche e da supermercato. Dentro un borsone da palestra era stato riposto un fucile a pompa con matricola abrasa. Nelle borse termiche, avvolte in stoffe, c’erano due pistole semiautomatiche con matricola abrasa, una pistola a tamburo e una pistola (carica) a forma di telefonino cellulare nonché 166 cartucce per armi semiautomatiche e 160 per armi di altro tipo.
La pistola-telefonino è un’arma meno diffusa della pistola-penna, pur essendo sostanzialmente come 4 pistole-penne messe in parallelo. In passato ne sono stati sequestrati altri esemplari in Italia. Viene costruita artigianalmente e su commissione, a non ha un costo eccessivo, circa 500 euro secondo stime di specialisti dell’Arma.
Quello sequestrato a San Pietro a Patierno è un esemplare particolare perché ha la possibilità di incamerare 4 colpi calibro 22 che possono essere esplosi digitando i tasti della seconda fila sul finto telefonino, quelli dal 3 al 5, un proiettile per tasto. La gittata è corta dato che la canna è quasi inesistente, cioè il bersaglio da colpire può essere distante massimo 7-8 metri, ma se si mira a parti vitali del corpo umano la pistola è letale. E’ un’arma utile per effettuare un omicidio avvicinandosi alla vittima senza insospettirla, apparentemente telefonando a qualcuno. A Napoli e provincia non mancano gli artigiani abili a realizzare questo tipo di pistola.
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