Federico Pesci, 46 anni, parmigiano, molto noto in città, è uno dei due arrestati per aver picchiato e stuprato una 21enne. L’altro uomo finito in manette è un nigeriano, probabilmente un pusher: Wilson Ndu Anyem, 53 anni. La Squadra mobile, coordinata dalla Procura di Parma, ha eseguito l’ordinanza di custodia cautelare a carico dei due indagati, accusati di violenza sessuale e lesioni pluriaggravate.
L’episodio risale alla notte tra il 18 ed il 19 luglio. Dopo uno scambio di messaggi nei giorni precedenti in cui Pesci avrebbe più volte invitato la giovane a uscire con la promessa di regali, lei avrebbe accettato d’incontrarlo. Lui, a bordo della sua moto, sarebbe andato a prenderla a casa e insieme si sarebbero diretti in un locale cittadino. Lì avrebbero trascorso alcune ore per un aperitivo protrattosi fin oltre la mezzanotte, per poi spostarsi nell’attico del Pesci dove la serata si sarebbe dovuta concludere con un rapporto sessuale voluto da entrambi.
Giunti a casa per la giovane sono cominciate le sorprese. Pesci avrebbe contattato telefonicamente un uomo, ovvero il nigeriano Aniyem, che si è rivelato essere il suo spacciatore abituale, chiedendogli di portare dello stupefacente. Quest’ultimo si sarebbe presentato con la droga, consumata immediatamente. Quando il padrone di casa e la giovane avrebbero iniziato a consumare il rapporto, Aniyem si sarebbe inserito. La situazione sarebbe poi precipitata, la giovane colpita da una frustata alle spalle così violenta da farla cadere a terra. A quel punto sarebbe stata immobilizzata facilmente dai due che l’avrebbero bloccata legandola ai polsi e alle caviglie, l’avrebbero poi imbavagliata, applicandole un morso in bocca affinché non si sentissero le urla e le sue richieste di fermarsi.
La ragazza sarebbe stata sottoposta a violenze per oltre cinque ore in cui nessuno dei due avrebbe accennato a fermarsi. Nel corso della notte Pesci avrebbe, tra l’altro, chiamato più volte altri spacciatori e più volte consumato la droga consegnata. Quando la 21enne sarebbe stata finalmente liberata avrebbe subito inerme un altro rapporto sessuale, poi dolorante e scioccata avrebbe preso un taxi chiamato da Pesci per condurla a casa. Nonostante volesse solo dimenticare e non abbia fatto un minimo cenno dell’accaduto ai genitori, gli evidenti segni sul corpo, i dolori insopportabili e le difficoltà ad alimentarsi hanno indotto la madre a condurla al Pronto soccorso da cui è pervenuta la segnalazione agli uffici della Squadra mobile.
L’attività degli investigatori ha preso il via immediatamente e la prognosi – la 21enne è stata dimessa con 45 giorni – non avrebbe fatto che confermare la brutalità delle violenze subite. In prima battuta, a causa del dolore, della paura e del profondo senso di colpa, la giovane ha faticato a raccontare l’accaduto dicendo di non conoscere i due aguzzini. Solo una volta messa a suo agio è riuscita a confidarsi con la polizia. L’impegno degli uomini della Squadra mobile, coordinati dalla Procura di Parma, ha consentito di riscontrare punto per punto ogni singola parola della ragazza fino alla ricostruzione delle violenze.
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