Dieci piantagioni di canapa indiana, suddivise in più terrazzamenti, sparse sulla montagna di località Tiglia di Cassari, frazione di Nardodipace sono state scoperte e sequestrate dai carabinieri nell’ambito dell’operazione “Green Mountain”. Il valore dello stupefacente, se immesso sul mercato, sarebbe stato stimato intorno ai 500mila euro.
Le piante sono state trovate in terreni con un’altezza variabile tra i 600 e i 1.100 metri. Tutte le piazzole adibite alla coltivazione delle piante stupefacenti erano perfettamente autosufficienti ed alimentate con un sistema di irrigazione artigianale a goccia. Inoltre, in quasi tutte le piantagioni è stata riscontrata la presenza di uno o due essiccatoi artigianali ove dovevano essere poste le infiorescenze per l’essicazione. Le piante, in totale, sono circa 4mila, di altezza variabile tra un metro e mezzo ed i quattro metri, avrebbero potuto fruttare un illecito guadagno addirittura pari a circa 500mila euro.
Tutte le piante e i materiali utilizzati per la coltivazione, sono stati distrutti su disposizione della magistratura di Vibo Valentia. Sono in corso indagini per identificare gli autori delle illecite coltivazioni. Impegnate nell’operazione tutte le compagini della compagnia carabinieri unitamente ai militari dell’8° Elinucleo di Vibo Valentia, del Gruppo dei carabinieri forestali di Vibo Valentia e a quelli dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria”.
L’operazione è il frutto di un lavoro sinergico fra i vari reparti impegnati sul territorio. Infatti, dapprima, i militari della compagnia di Serra San Bruno, dopo aver sviluppato un’intensa analisi del dato informativo raccolto nel corso degli ultimi mesi dalla stazione di Nardodipace, hanno pianificato, insieme al nucleo elicotteri, una serie di sorvoli della frazione Cassari di Nardodipace ed in particolare del costone montuoso di Contrada Tiglia. Già dai primi sorvoli sono state individuate alcune piantagioni di canapa indiana, ben occultate tra la fitta vegetazione. A seguito di questi sorvoli, si è proceduto ad individuare su cartina in primis, e poi sul territorio, i vari punti di infiltrazione e di accesso alle piazzole di interesse. Solo dopo aver fatto sopralluoghi e lunghi servizi volti all’individuazione delle stesse piantagioni, si è proceduto, con un impegno corale, al rastrellamento delle aree in questione.
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