Trentola Ducenta – Scene da arancia meccanica nella notte tra mercoledì e giovedì in una villetta alla periferia di Trentola Ducenta, con il proprietario picchiato e derubato del contenuto della cassaforte che una banda di spietati rapinatori hanno costretto ad aprire. I malviventi, alla fine, sono riusciti a portare via un bottino che ha sfiorato i ventimila euro tra contanti e oggetti preziosi presenti in casa. Vittima di quelle che oramai si definiscono rapine in villa, Francesco Roma, figlio di Elio, quest’ultimo noto per essere implicato nello smaltimento illecito di rifiuti.
Secondo una prima ricostruzione operata dai carabinieri della locale stazione, che, in collaborazione con i colleghi del reparto territoriale di Aversa, coordinati dal colonnello Antonio Forte, indagano sull’accaduto, in piena notte, quattro stranieri, quasi certamente provenienti dall’Europa dell’Est, come farebbe ipotizzare il loro accento, hanno fatto irruzione in una villetta a più piani in via Adriano, alla periferia di Trentola Ducenta. Una zona composta da un dedalo di vicoletti che, però, in pochi minuti, consentono di giungere sull’asse mediano e far perdere le proprie tracce con estrema facilità. Pare abbiano forzato una finestra al pianterreno e da qui raggiunto la camera da letto dove stava dormendo il quarantenne che sarebbe stato sorpreso nel sonno. I quattro, con il volto coperto e armati, hanno chiesto al proprietario della cassaforte. Alla resistenza dell’uomo hanno iniziato a percuoterlo selvaggiamente tanto da procurargli, tra le altre cose, anche una lussazione ad una spalla. Alla fine, Francesco Roma ha ceduto alle violenze aprendo la cassaforte che conteneva quindicimila euro in contanti e alcuni oggetti preziosi per un valore complessivo che superava i ventimila euro.
Prima di andare via la banda di rapinatori ha fatto in modo che la vittima non potesse dare subito l’allarme avvisando le forze dell’ordine, legandolo ad una sedia. Dopo un po’ di tempo Francesco Roma è riuscito a liberarsi e ad avvertire i carabinieri che hanno disposto anche immediati posti di blocco in zona, senza, però, sortire alcun esito. La vittima è stata costretta a fare ricorso alle cure dei sanitari dell’ospedale ‘San Giuseppe Moscati’ di Aversa che gli hanno riscontrato ecchimosi in diverse parti del corpo oltre che una lussazione ad una spalla.
La famiglia Roma è nota per il proprio coinvolgimento in alcune inchieste relative allo smaltimento illecito di rifiuti collegato ai clan camorristici dell’Agro Aversano. In particolare, nel maggio del 2015, beni mobili e immobili per cinque milioni di euro furono confiscati dalla Dia di Napoli ai fratelli Generoso, Elio e Raffaele Roma, ritenuti in stretti rapporti con la fazione Bidognetti del clan di camorra dei Casalesi. Secondo gli inquirenti, i fratelli Roma hanno fatto affari nel settore dello smaltimento illegale dei rifiuti con Gaetano Cerci, nipote del boss Francesco Bidognetti e con il re delle ecomafie Cipriano Chianese. Secondo gli inquirenti, i fratelli Roma, oltre ad occuparsi dell’intermediazione e del trasporto dei rifiuti, hanno svolto un ruolo anche nelle attività di stoccaggio e smaltimento. I guadagni, secondo i magistrati, venivano poi fatti confluire nelle casse del clan di Casal di Principe. A loro viene anche addebitata l’alterazione e la falsificazione dei certificati delle analisi della spazzatura finalizzata allo smaltimento illecito di un’impressionante quantità di rifiuti speciali pericolosi altamente inquinanti. Il valore delle società, dei beni mobili e immobili, e delle consistenze finanziarie confiscate ammontava a oltre cinque milioni di euro.