Tra a Roma e Ladispoli i carabinieri del comando provinciale della Capitale hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di quattro persone, appartenenti ad un unico nucleo familiare, accusate, a vario titolo, di usura aggravata e continuata ed estorsione aggravata dal metodo mafioso per reati commessi a Roma tra gli anni 2016 e 2018.
L’indagine, coordinata dalla Procura antimafia e condotta dai carabinieri del nucleo investigativo, ha fatto luce su un complesso sistema usurario, con un giro d’affari di decine di migliaia di euro. Le indagini sono state avviate a giugno 2018, a seguito del sequestro di documentazione finanziaria – tra cui assegni e cambiali riconducibili a terze persone – operato lo scorso 19 giugno nei confronti di Marco Sterlicchio, destinatario, insieme ad altre 57 persone, di un provvedimento restrittivo emesso nell’ambito dell’indagine convenzionalmente denominata “Hampa”, che ha permesso di sgominare un’associazione per delinquere, egemone nel quartiere capitolino di Montespaccato, capeggiata da Franco Gambacurta, i cui partecipi hanno commesso svariati delitti contro la persona ed il patrimonio aggravati dal metodo mafioso, acquisendo altresì il controllo occulto di attività imprenditoriali e di risorse economiche.
Gli approfondimenti investigativi, consistiti in attività tecniche, pedinamenti ed escussione dei titolari della documentazione sequestrata, hanno permesso ai carabinieri di via In Selci di ricostruire l’entità dei prestiti e dei rispettivi interessi usurari pretesi nel corso degli anni da Sterlicchio, in concorso con la moglie T.G. ed i figli S.R., 30enne, e S.G., di 23 anni. In particolare, è emerso che Marco Sterlicchio, dall’anno 2016 all’anno 2018, ha posto in essere l’attività usuraria nei confronti di: una intermediatrice immobiliare, alla quale ha versato, in tre diverse circostanze, la somma di 63mila euro, pretendendo la restituzione di 165mila euro, di cui 100mila già consegnati, con un tasso usurario compreso tra il 300% ed il 500%; un carrozziere, il quale ha consegnato 3.200 euro per estinguere il debito di una terza persona, ammontante a 2.800 euro, con un tasso usurario del 150%; una commessa, alla quale ha versato, in diverse circostanze, la somma di 2350 euro, pretendendo la restituzione di 4000 euro, con un tasso usurario compreso tra il 240% ed il 1000%; una barista, alla quale ha corrisposto, in diverse circostanze, la somma di 4200 euro, pretendendo la restituzione di 5mila euro, con un tasso usurario compreso tra il 150% ed il 540%.
Le indagini, inoltre, hanno permesso di documentare che, in una circostanza, il predetto Marco Sterlicchio, al fine di assicurarsi il profitto dell’usura in atto, ha minacciato una delle vittime di pesanti ritorsioni personali, facendo riferimento anche all’eventuale intervento di appartenenti alla nota famiglia malavitosa dei Casamonica per la riscossione del denaro.
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