Per il turista, soprattutto italiano, una visita d’obbligo ad Istanbul è l’Ippodromo. Oggi è semplicemente una enorme piazza ma originariamente, per le sue dimensioni, era un vero e proprio ippodromo che, con i suoi 400 metri di lunghezza e 120 di larghezza, era secondo solo al Circo Massimo di Roma. Infatti, era stato creato dai Romani all’epoca in cui Istanbul, allora chiamata Costantinopoli, veniva definita “Nuova Roma”. In quella struttura venivano effettuate corse di cavalli e di bighe ma anche incontri o più esattamente scontri fra le classi politiche dell’epoca, finalizzati a prendere il governo della città.
Dell’ippodromo originale ora restano soltanto alcune cose: l’obelisco di Teodosio, costruito dal faraone Thutmose, la colonna serpentina arrivata dal Tempio di Apollo di Delfi realizzata con tre serpenti intrecciati la cui teste non esistono più e la colonna murata che era ricoperta di lamine di bronzo, rimosse ad opera dei veneziani quando conquistarono la città perché ritenevano che le lastre fossero d’oro. A questi cimeli, all’inizio del 1800, fu aggiunta la fontana tedesca donata a Costantinopoli dall’imperatore Guglielmo.
Da ricordare che, così come nell’Ippodromo, esistono oggetti provenienti da altre parti del mondo trafugati anche a Venezia: sono i quattro cavalli di bronzo della Basilica di San Marco che erano presenti all’ippodromo prelevati da Delfi. I crociati veneziani se ne impossessarono e li portarono nella città lagunare. Un’ultima vestigia romana poco distante dall’Ippodromo è un pezzo dell’acquedotto Valente, realizzato nell’anno 368 dopo Cristo durante il regno dell’imperatore romano Augusto Valente.
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