Teverola, Gennaro Caserta: “Mancava collegialità, Di Matteo voleva essere solo al comando”

di Livia Fattore

Da ieri mattina il Comune di Teverola è ufficialmente commissariato. Il sindaco Dario Di Matteo ha lasciato il proprio posto al commissario straordinario, viceprefetto Vincenzo Lubrano. Il ministero degli Interni, infatti, ha ritenuto valida la presentazione al protocollo del Comune da parte dei consiglieri Biagio Lusini e Tommaso Barbato dell’atto notarile con il quale nove esponenti dell’Assise rassegnavano le proprie dimissioni. In un primo tempo, l’atto consegnato il 16 agosto scorso, era stato congelato perché era stata sollevata l’eccezione che fosse stata necessaria una delega per la consegna al protocollo.

Quattro giorni in cui quella che era, di fatto, una ex maggioranza, ha visto, secondo i consiglieri dimissionari, il sindaco Di Matteo e i suoi fedelissimi mettere in atto una serie di provvedimenti amministrativi da “ultimi giorni”, appunto, tra cui la revoca dell’incarico ad un dirigente comunale che non era gradito all’esecutivo. A rassegnare le dimissioni erano stati quattro consiglieri di maggioranza: Gennaro Caserta, presidente del Consiglio comunale, il vicesindaco Tommaso Barbato, gli ex assessori Biagio Pezzella e Angela Improta; e cinque dell’opposizione: Biagio Lusini (più volte sindaco di Teverola e avversario di Di Matteo nella tornata elettorale di tre anni or sono), Sara Pellegrino, Pellegrino Sasso, Sandra D’Agostino e Pasquale De Floris.

“Da mesi, oramai, – ha dichiarato Gennaro Caserta, uno dei più attivi nell’organizzare le dimissioni collettive – la maggioranza era in fibrillazione al proprio interno. Il motivo principale era costituito dalla mancanza di collegialità. Oramai eravamo al fatidico ‘un uomo solo al comando’. Abbiamo cercato, – ha continuato Caserta – in un’ottica di responsabilità nei confronti della città, di ottenere un incontro per un programma di fine mandato. Ad un certo punto, mentre non si accettava tale richiesta, è iniziata la ‘campagna acquisti’ nel nostro gruppo. Nonostante il nostro apporto di voti, siamo stati sempre accantonati”. “Il sindaco – ha concluso l’oramai ex presidente del Consiglio comunale – non può risponderci attraverso i social di stare tranquilli, di farci la vacanza a mare. Abbiamo valutato che fosse più giusto passare la parola ai cittadini piuttosto che continuare ad assistere al male di Teverola”.

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