I “Bosco Boys” sono i ragazzi strappati alla strada dai salesiani che operano in Africa. Bambini che vivevano in strada tra malattie, sporcizia, consumo di droga, abusi, anche sessuali. Decine e decine di bambini presenti all’interno delle tante baraccopoli esistenti a Nairobi che, abbandonati in strada dalle famiglie, come se fossero sacchetti di spazzatura, trovano la loro casa e la loro famiglia, allontanandosi da un futuro di delinquenza, fatto di sopraffazione, abusi, violenza, droga e morte prematura. Un futuro che è obbligato per luogo di nascita e che sarebbe l’unico possibile se non vi fossero i salesiani.
In una struttura realizzata grazie a donazioni spontanee, senza alcun aiuto dello Stato, i salesiani che lavorano in Africa da ormai oltre 30 anni provano a cambiare il futuro di questi bambini prendendoli dalla strada e portandoli nel loro centro di accoglienza, collocato a Nairobi nella zona di Karen, una delle tante località poverissime agli estremi confini della città, poco distante dalla baraccopoli di Kuwinda. I salesiani prendono questi bimbi dalla strada, li affidano al loro centro di riabilitazione, dopodiché li inseriscono nella struttura scolastica che hanno realizzato insegnando non solo a leggere e scrivere ma anche ad essere bambini che giocano, cantano e fanno tante altre attività che ci hanno mostrato quando abbiamo visitato il centro dei “Bosco Boys” insieme ad un gruppo di studenti italiani.
Ma i salesiani non si fermano qui. Nella loro scuola ai “ragazzi di strada” insegnano anche un mestiere e ne favoriscono l’inserimento lavorativo, mettendo le basi per un futuro normale. Certo, potrebbero fare di più ma occorrono donatori che finanzino le loro attività.
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