Un altro colpo al clan Mazzara di Cesa. Quattro le ordinanze di custodia cautelare – due in carcere e due ai domiciliari – eseguite stamani, tra Cesa e Aversa, dai carabinieri del reparto territoriale normanno, nell’ambito di un’indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, su un giro di estorsioni ai danni di commercianti cesani. In arresto sono finiti: Luca Scarano, 26 anni, e Vincenzo Marino, 49 anni, di Cesa, condotti in carcere; e Carlo Abategiovanni, 25, e Aniello Pecovela, 22, assegnati ai domiciliari. Sono ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, detenzione illegale di armi e munizioni ed estorsione, aggravati dalla finalità mafiosa.
I provvedimenti costituiscono il risultato di una prolungata attività investigativa, avviata nel mese di novembre 2013, che ha permesso di individuare le ultime compagini del sodalizio criminale, già pesantemente colpito da precedenti provvedimenti giudiziari confermati dalla Cassazione, che hanno riconosciuto le responsabilità penali dei componenti di vertice e di diversi associati al clan, ed hanno inoltre permesso di disarticolare il clan Caterino-Ferriero, antagonista storico a Cesa della famiglia Mazzara. L’intensa attività investigativa, svolta con l’ausilio di attività tecniche, escussioni testimoniali nonché tradizionali servizi di osservazione-controllo-pedinamento, ha consentito di raccogliere un corposo quadro indiziario nei confronti degli indagati, grazie al quale sono state contestate numerose condotte illecite commesse tra il 2013 ed il 2017 ai danni di operatori commerciali di Cesa. Fatta luce su una serie di estorsioni a commercianti poste in essere attraverso l’imposizione di beni (come, ad esempio, gadget pubblicitari) o la classica richiesta di periodiche somme di denaro nelle festività natalizie o pasquali.
Le condotte criminose, commesse in epoca attuale, denotano la perdurante pericolosità criminale del clan dei casalesi – ala Schiavone, a cui il clan Mazzara è da anni organicamente legato. A tali elementi probatori si è aggiunto di recente il contributo dichiarativo del nuovo collaboratore di giustizia Tammaro Scarano, principale autore delle condotte estorsive contestate, il quale ha ammesso le sue responsabilità ed ha chiamato in correità i complici. Il prezioso risultato investigativo, raggiunto senza dubbio grazie alla dedizione dell’intero apparato investigativo ed alla direzione della Dda partenopea, ha potuto beneficiare di un non comune contributo fornito dalle diverse categorie di commercianti che, nonostante il timore concreto di ritorsioni, hanno saputo credere nelle Istituzioni, collaborando alle indagini in maniera determinante. Il provvedimento cautelare è stato emesso anche nei confronti di un quinto indagato, resosi irreperibile e tutt’ora attivamente ricercato.