Marcianise, il suicidio di Mario Pio Zarrillo: si indaga sul movente

di Redazione

A meno di 24 ore dal ritrovamento, a Marcianise, in una villa abbandonata, del corpo senza vita Mario Pio Zarrillo, il 22enne  suicidatosi con un colpo di pistola alla testa, resta il mistero sul movente dell’estremo gesto del giovane.

Il cadavere del giovane è stato rinvenuto in via San Francesco, a poca distanza dal punto in cui aveva parcheggiato l’autovettura del padre intorno alle 23 di venerdì 31 agosto, ultimo momento in cui era stato visto. Alla madre, prima di uscire di casa nel pomeriggio, aveva detto di andare al centro commerciale Campania. E invece sarebbe andato a Teano per acquistare legalmente, per uso sportivo (aveva un apposito porto d’armi, ndr.), una pistola in un negozio. Poi sarebbe tornato a Marcianise, lasciando l’auto in strada ed entrando, con uno zainetto in spalla, nell’edificio abbandonato, all’angolo tra via San Francesco e via Marconi; lì si sarebbe tolto la vita sparandosi un colpo alla testa con la Beretta poco prima acquistata, ritrovata accanto al cadavere, insieme al cellulare. Il medico legale, in base ad un primo esame esterno, ha stabilito che il decesso risaliva a qualche giorno addietro, probabilmente lo stesso della scomparsa, anche se sarà l’autopsia a fare ulteriore chiarezza sull’esatto momento della morte.

Il ragazzo lavorava fino a due mesi fa in una casa famiglia di San Prisco. Non aveva mai dato problemi, non aveva precedenti penali e frequentava un normale gruppo di amici. I carabinieri della compagnia di Marcianise, che conducono le indagini, non hanno avuto conferme su eventuali forme depressive cui fosse afflitto il ragazzo, né su eventuali problemi sentimentali o legati al lavoro. Ecco perché si cerca di capire quale sia stato il movente del suicidio e cosa ci sia  di vero rispetto a quanto raccontato da un amico a cui Mario Pio avrebbe confidato di aver paura per “aver visto qualcosa che non doveva vedere”.

IN ALTO UN VIDEO, SOTTO UNA GALLERIA FOTOGRAFICA

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