Stavano tentando la fuga ed erano diretti in Romania i tre banditi rumeni arrestati per la violenta rapina a Lanciano nei confronti dei coniugi Martelli, compiuta la notte del 23 settembre. Avevano addosso circa 3.400 euro. La Golf nera su cui viaggiavano, sequestrata e bloccata dopo un inseguimento dei carabinieri, è rimasta danneggiata sulla fiancata sinistra per un incidente occorso ai fuggitivi. Si tratta precisamente di Costantin Aurel Turlica, 22 anni, suo fratello Cosimin Ion, di 20, e il cugino Ruset Aurel, 25. A incastrarli almeno quattro elementi forti: le tracce di sangue sui giubbotti e sulle scarpe, i 3.400 euro nascosti nella macchina assieme ai vestiti pronti per una rapida fuga, il gps dell’auto compatibile con uno presente vicino a casa dei Martelli nella notte della rapina e, infine, le immagini delle telecamere dei bancomat che li riprendono in volto.
LA BANDA ERA GIA’ SEGUITA PER ASSALTI A BANCOMAT – Il gruppo è lo stesso su cui lavorava da tempo la polizia perché considerato responsabile di assalti a bancomat e distributori di benzina della zona con l’uso di esplosivo. Proprio l’altra notte, quando i tre vengono trovato nell’appartamento di via Roma, gli investigatori decidono di piazzare una cimice nella macchina e di mettersi in ascolto. Non si accorgono subito del tentativo di fuga, che avviene a notte inoltrata. Poco fuori Lanciano, in contrada Costa di Chieti, la Golf scura sbanda contro il guardrail. Una pattuglia della Stradale ferma i tre ragazzi, che non si oppongono all’arresto. Non è chiaro se un quarto componente, e forse una donna, siano fuggiti. I tre, intanto, si proclamano innocenti ma non sanno spiegare perché ci siano tracce di sangue sui loro giubbotti, sulle scarpe e che ci facessero con soldi e vestiti.
LE ALTRE VIOLENTE RAPINE – Ora è caccia al capo della banda che sarebbe un 26enne, A.C., sembra un connazionale dei tre arrestati, anche se potrebbe anche trattarsi di un italiano, “forse un pugliese” secondo una testimonianza che ha portato alla svolta nelle indagini. E’ quella del commerciante Massimiliano Delle Vigne, anch’egli vittima di un pestaggio subito nei mesi scorsi nella sua villa a Santa Maria Imbaro, alle porte di Lanciano. “Anche se ho visto solo occhi dietro un cappuccio e voci il capo forse è un pugliese e gli altri sono dell’Est Europa”, ha detto. Brutali analogie con l’assalto fatto ai coniugi Martelli. La banda sembra essere anche l’autrice di un’altra aggressione, quella al commerciante Domenico Iezzi, di San Vito, al quale il 26 marzo scorso, durante una rapina, fu tagliato un dito. Quest’ultimo ha detto che “se me li dovessero far vedere in faccia, forse potrei riconoscerli. Mentre era lì a gonfiarmi di botte pieno di sangue uno di loro ha alzato leggermente il passamontagna, e mi ha urlato di non guardarlo. Non so, forse, ce la potrei fare. Fatemi vedere qualche foto”.
IPOTESI COINVOLGIMENTO DI UNA DONNA – L’ipotesi, basata su alcune intercettazioni ambientali, è che del gruppo facesse parte anche una donna. In proposito, Carlo Martelli ha precisato che la donna indicata come “collaboratrice familiare” e “vicina ai malviventi” in realtà “non è mai stata né sentita né interrogata in merito alla vicenda”. Inoltre, l’ha definita “una fidata collaboratrice”.
MARTELLI: “SONO PIU’ SERENO”. LA MOGLIE: “IO LI PERDONO” – “La notizia mi rende più sereno e mi restituisce una maggiore tranquillità nel rientrare a casa. Adesso davvero non vedo l’ora”, ha commentato Carlo Martelli, 69 anni, chirurgo cardiovascolare in pensione, dal suo letto di ospedale dopo aver appreso dell’arresto dei banditi. “Desidero recuperare al più presto la normalità della mia vita e la dimensione di riservatezza che l’ha sempre caratterizzata”, dice. “Io li perdono perché questo mi aiuterà a recuperare serenità, ma lo Stato dovrà essere severo”. Lo ha confidato, durante la visita ricevuta in ospedale a Lanciano, da parte del prefetto di Chieti, Antonio Corona, Niva Bazzan, la moglie di Martelli, mutilata a un orecchio dai banditi che hanno aggredito lei e il marito. “Non provo rabbia, ma un grande dispiacere per tanta violenza inutile”, ha aggiunto la donna.”Mi sento davvero confortato dagli arresti. – ha detto il marito – La soluzione così rapida del caso mi permetterà di essere più sereno anche nel rientrare a casa. Ho raccontato quello che mi è successo per aiutare le indagini, ora non vedo l’ora di tornare alla normalità senza paura”.
SALVINI – “BESTIE CHE DEVONO MARCIRE IN GALERA” – “Coniugi massacrati a Lanciano, in manette tre rumeni che stavano fuggendo con i soldi rubati. Grazie alle nostre Forze dell’Ordine, queste bestie devono marcire in galera! #tolleranzazero”, commenta in un tweet il ministro Matteo Salvini.
LA RAPINA – Sono le 4 della notte del 23 settembre. In quattro, incappucciati, dopo essere entrati in casa, legano i coniugi Carlo Martelli e Niva Bazzan e li picchiano facendosi consegnare bancomat e carte di credito. Alla donna tagliano il lobo dell’orecchio per convincere la coppia a dire dove si trova la cassaforte, che però in casa non c’è. I rapinatori mettono a soqquadro anche la stanza del figlio della coppia, disabile, che non subisce violenza. Una volta che i quattro vanno via, a bordo dell’auto del medico, una Fiat Sedici, intorno alle 6 Martelli riesce a liberarsi dalle fascette di plastica con cui era stato legato, e a liberare anche la moglie, dando l’allarme nella villa adiacente del fratello del medico.