Dopo la chiusura delle indagini e la richiesta di rinvio a giudizio, nell’ottobre 2017, la Guardia di Finanza di Caserta ha richiesto gli atti dell’indagine sulla corruzione nell’aggiudicazione e nel controllo degli appalti dell’ospedale di Caserta in cui venivano ricostruite molteplici condotte illecite commesse dalla dirigenza della struttura ospedaliera fino al 2014 (guarda articolo e video). E’ stata presa in esame, sotto il profilo tributario, la posizione di Carmine Iovine, all’epoca dei fatti direttore sanitario prima, e direttore medico di presidio dopo, nonché responsabile della regolare esecuzione dei contratti dell’azienda sanitaria “Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta, e di P.P., già responsabile del settore funzionale servizi appaltati, all’epoca dei fatti in pensione ma assiduamente presente negli uffici amministrativi dell’ospedale quale “collaboratore personale” del dirigente con lui co-indagato.
Ai due la Procura di Santa Maria Capua Vetere ha contestato, tra l’altro, di aver ricevuto oltre 150mila euro sotto forma di tangenti e buoni carburante in cambio del loro interessamento teso a garantire la celere liquidazione delle fatture emesse dalla società appaltatrice del servizio di “lavaggio, noleggio disinfezione e sterilizzazione di biancheria per campo operatorio” nonché per omettere reiteratamente di contestare per iscritto le violazioni e gli inadempimenti contrattuali dei quali avevano piena conoscenza o addirittura di cui erano partecipi, evitando in tal modo alla ditta fornitrice l’applicazione delle penali o la risoluzione del contratto.
I finanzieri del gruppo di Aversa e della compagnia di Caserta, sulla base di tali risultanze investigative hanno quindi avviato specifici controlli fiscali a carico dei due responsabili, recuperando a tassazione la cifra di 75mila euro ciascuno per la quale ora l’Agenzia delle Entrate valuterà l’emissione di apposito atto di accertamento finalizzato alla riscossione delle imposte evase.