Traffico di clandestini, blitz a Ventimiglia contro banda di bengalesi

di Redazione

Dopo quella di ieri ad Alassio, in Liguria è scattata una nuova operazione contro il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La polizia di Ventimiglia, a conclusione di una vasta indagine, ha eseguito diverse ordinanze di custodia cautelare nei confronti di cittadini del Bangladesh, facenti parte di un’organizzazione criminale ben strutturata, che ha operato in questa zona confinaria, nonché nelle città di Torino e Milano, e responsabili di associazione a delinquere, favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina di stranieri privi di idonei documenti.

L’operazione, iniziata oltre un anno fa, alla quale ha contribuito anche la Polizia di Frontiera Francese, stronca così l’organizzazione che ha messo salde radici nel comprensorio di Ventimiglia, ma con contatti anche nella città di Torino e Milano. Il materiale investigativo e probatorio ha permesso al gip di emettere un’ordinanza di custodia cautelare a carico di otto stranieri, sette dei quali arrestati nella notte, con l’impiego di circa 40 poliziotti. Gli agenti della squadra investigativa hanno collezionato una serie di prove, monitorando i soggetti a distanza, adottando ogni utile strategia al fine di non essere individuati anche dalle cosiddette ‘vedette’, che si posizionavano in luoghi strategici proprio per tentare di identificare le auto della polizia e avvertire immediatamente i ‘passeur’. Anche l’utilizzo delle intercettazioni telefoniche hanno permesso di scoprire il sodalizio criminale.

Tra gli arrestati, spiccano elementi particolarmente violenti e privi di scrupolo, che non hanno esitato a mettere a repentaglio la vita di molte povere persone, tirandoli all’inverosimile dentro angusti portabagagli privi di aria, pur di ottenere il proprio guadagno, che ormai aveva raggiunto proporzioni imponenti, tanto è vero che ogni ‘passaggio’ frutta anche fino a 500 euro per migrante, somma che doveva essere corrisposta in anticipo. Significati il ‘guadagno’ per viaggio, che raggiungeva cifre che potevano anche superare i 6mila euro.

La struttura dell’associazione si reggeva su un’organizzazione ben articolata e studiata a tavolino. Infatti, per portare a termine i ‘viaggi’, venivano predisposti: vedette (utilizzate per monitorare i controlli delle forze dell’ordine), accompagnatori (appiedati o su auto, utilizzati per l’attraversamento del confine), conduttori di alloggi (dove venivano ospitati i clandestini prima del viaggio oltre confine), reclutatori (con il compito di reclutamento dei clandestini), collaboratori – factotum (accompagnavano i vari gruppi di clandestini da un posto all’altro di Ventimiglia), autisti e cassieri.

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