La Guardia di finanza di Trento ha concluso l’operazione internazionale antidroga denominata “Alba bianca”, eseguendo venti misure di custodia cautelare in carcere emesse dal Tribunale di Trento, sedici delle quali sul territorio nazionale (Trentino-Alto Adige, Lombardia e Veneto), quattro all’estero, con mandato di arresto europeo in Germania e Albania, che si sommano ai dieci arresti già eseguiti nel corso delle indagini nell’arco di due anni. Dalle prime ore della mattinata di lunedì 10 settembre un centinaio di militari con una decina di unità cinofile antidroga delle Fiamme Gialle, in coordinamento con la polizia giudiziaria e Doganale bavarese, hanno effettuato arresti e perquisizioni nei confronti dei componenti di due associazioni criminali radicate nel Nord Italia e in Baviera, dedite al traffico internazionale di droga, con ampie ramificazioni sul territorio nazionale e all’estero.
Le indagini, iniziate nel gennaio 2016 a seguito di un sequestro di 93,1 chili di cocaina effettuato dalle Fiamme Gialle di Vipiteno (Bolzano), al confine con l’Austria, in ingresso in Italia, sono state sviluppate e coordinate dalla locale Direzione distrettuale antimafia e condotte dal Gruppo operativo antidroga (Goa) della Guardia di finanza di Trento. Le attività di indagine sono state condotte attraverso una complessa attività investigativa transnazionale, che si è avvalsa della collaborazione del Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata della Guardia di Finanza – Scico di Roma e ha visto un largo ricorso a procedure di cooperazione internazionale, attuate tramite il Secondo Reparto “Coordinamento informativo e relazioni internazionali” del comando generale della Guardia di finanza e la Direzione centrale per i servizi antidroga del Ministero dell’Interno – Dcsa, con le forze di polizia e doganali tedesche e di diversi altri Stati, tra cui Belgio, Albania e Macedonia.
Sono stati, così, individuati due sodalizi criminali composti, prevalentemente, da soggetti di origine balcanica (albanese, macedone e serba, affiancati da cittadini iracheni, pakistani, afghani, tedeschi e italiani) che, stabilmente radicati in Trentino-Alto Adige (specie nel capoluogo altoatesino, ove rifornivano, anche, alcuni pregiudicati legati alla criminalità storica, di origine calabrese) e in Baviera, si ripartivano i locali mercati dello spaccio. I due gruppi criminali avevano anche importanti ramificazioni in Piemonte, Lombardia e Veneto, nonché in Belgio ed Olanda, Paesi questi dove acquistavano direttamente ingenti partite di droga che poi venivano trasportate in Italia mediante automezzi con ingegnosi doppifondi.
Fondamentale, per le operazioni all’estero, si è rivelata la collaborazione investigativa con il Blka (Bayerisches Landeskriminalamt) e lo Zfa (Zollfahndungsamt) di Monaco di Baviera, con i quali, sotto l’egida della Dcsa e della Procura di Trento, è stata avviata una serie di scambi diretti di informazioni e sono state sviluppate investigazioni parallele per il contrasto del crimine transnazionale. L’attività di cooperazione con le forze di polizia e doganali germaniche ha consentito loro di sequestrare, su segnalazione delle Fiamme gialle trentine, 2,18 chili di eroina e 21,3 di marijuana tra luglio e novembre 2016, arrestando sei corrieri di nazionalità tedesca e albanese: alle operazioni in Germania hanno partecipato anche i finanzieri italiani per fornire il loro supporto, sfruttando le possibilità offerte dalle vigenti convenzioni europee.
I finanzieri del Goa di Trento, nei due anni di indagine, hanno operato sul territorio nazionale sequestrando a Bolzano e Bressanone ulteriori 1,8 chili di cocaina e arrestando tre corrieri di nazionalità albanese, pakistana e macedone domiciliati in Italia. Di particolare rilievo, nel giugno 2018, l’arresto effettuato dalle Fiamme gialle presso l’aeroporto di Milano Linate di uno dei due cittadini albanesi originariamente fermati a Vipiteno che, approfittando di una temporanea scarcerazione, si era rifugiato all’estero, ma è poi stato individuato, dal Goa di Trento, in Belgio e lì catturato ed estradato sulla base di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Bolzano.
In esecuzione delle misure di custodia cautelare in carcere, in Italia, sono stati arrestati tredici cittadini albanesi, domiciliati a Bolzano, Merano, Bressanone), Laives, Chiusa, Treviso, Opera (Milano) e Manerba (Brescia), un cittadino kosovaro domiciliato a Treviso, un pakistano domiciliato a Bressanone e un italiano di origini albanesi domiciliato a Merano. Sulla base della procedura del mandato d’arresto europeo (Mae) e grazie agli accordi internazionali in materia di estradizione, in Germania sono stati contemporaneamente arrestati tre cittadini albanesi residenti in Baviera e un altro è stato arrestato dalle stesse autorità albanesi nella capitale Tirana.
Il bilancio complessivo dell’operazione ha portato all’individuazione e alla denuncia di 40 narcotrafficanti, trenta dei quali sono stati arrestati, sequestrando complessivamente circa 120 chili di droga (cocaina, eroina e marijuana) per un valore sul mercato illecito di oltre venti milioni di euro, otto automezzi utilizzati per il trasporto dello stupefacente e oltre centomila euro in contanti. L’operazione ha inflitto un duro colpo ai canali di rifornimento dello stupefacente dal Nord Europa all’Italia, confermando l’importanza dell’asse del Brennero quale crocevia dei traffici internazionali e il valore aggiunto della cooperazione europea tra inquirenti, forze di polizia e organismi di coordinamento interforze italiani.
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