Credeva di aver trovato la donna della sua vita su Facebook, decidendo di sposarla. Ma a un passo dal matrimonio ha scoperto che lei non esisteva e che i 10mila euro versati, tramite Postepay, non erano stati spesi per il banchetto di nozze. La storia, che ha come vittima un 30enne con problemi psicologici, arriva dalla provincia di Caserta. Due donne e un uomo di Maddaloni sono stati sottoposti agli arresti domiciliari con le accuse di estorsione e truffa al termine dell’operazione “Trappola d’Amore” condotta dalla polizia postale di Isernia.
Come illustrato in conferenza stampa dal sostituto procuratore di Isernia, Alessandro Iannitti, che ha coordinato le indagini a cui hanno collaborato anche la Polpost di Caserta e i compartimenti di Campobasso e Napoli, tutto è iniziato circa due mesi fa quando da un Ufficio Postale di Isernia è arrivata la segnalazione, alla polizia, di 10 prelievi da 1000 euro ognuno effettuati da un conto cointestato in meno di 30 giorni. Da qui l’identificazione dei titolari del conto, ossia il 30enne e sua madre. I poliziotti hanno accertato che il giovane, all’insaputa della famiglia, elargiva somme di denaro a una donna conosciuta su Facebook, ignaro che si trattasse di una truffatrice a caccia di uomini a cui spillare soldi.
La donna aveva anche altri due complici, un uomo e una donna, i quali detenevano altrettanti profili falsi per partecipare alla truffa che in qualche occasione diventava anche violenta. In una conversazione, infatti, la vittima ha creduto di parlare con il padre della promessa sposa che lo ha minacciato, anche di morte, se non avesse inviato altri soldi per coprire le spese del matrimonio. Da qui si configura anche il reato di estorsione. Durante la conferenza, a cui hanno partecipato il procuratore capo Carlo Fucci e il dirigente della Polpost Tommaso Vecchio, sono state mostrate delle immagini relative ai truffatori mentre si recano a prelevare, dalle loro postepay, il denaro appena versato dalla vittima.
Alla fine, i tre sono stati identificati e rintracciati grazie i file di Log, forniti da Facebook, gli indirizzi Ip e i contratti con le compagnie telefoniche. Non si esclude che possa essere ipotizzato, in aggiunta, il reato di circonvenzione di incapace per il quale è necessario, oltre alla documentazione medica già acquisita, una perizia.