Saranno ben tre le centraline dell’Arpac che controlleranno la qualità dell’aria nella città normanna, mentre sono in dirittura d’arrivo le telecamere in via Gramsci e via Madonna dell’Olio. Ieri, infatti, era in programma l’installazione di una centralina per rilevare le polveri sottili PM10 sull’edificio scolastico di via Giotto e a quest’ultima è stata affiancata una seconda che rileva le polveri fini denominate PM 2.5. Inoltre, a breve, tempo qualche giorno, ed arriverà in città anche una centralina mobile che sarà installata, dapprima, in via Vito Di Jasi alla confluenza con via Roma e via Raffaello, una zona densamente trafficata. Presente al sopralluogo anche il professore Diego Vicinanza della facoltà di ingegneria dell’università Vanvitelli.
A darne notizia l’assessore all’Ambiente, Marica De Angelis, che sottolinea: «Per la prima volta ad Aversa attueremo un monitoraggio completo della qualità dell’aria su cui costruire, con dati alla mano, una strategia politica virtuosa sul piano ambientale. Da questo momento le politiche ambientali dovranno essere consequenziali alle situazioni che si andranno a delineare attraverso questi monitoraggi. Il primo tassello cruciale per intervenire sull’innalzamento dei livelli di qualità della vita è stato faticosamente inserito in un percorso volto al perseguimento della sostenibilità territoriale. Risultato importante, inedito per la nostra città».
Un percorso nel quale si inseriscono le telecamere che saranno installate in settimana in via Madonna dell’Olio e in via Gramsci (due zone, soprattutto la prima, bersagliate dall’abbandono di cumuli di rifiuti) per giungere all’identificazione di questi moderni untori. In arrivo in città anche nuovi mille contenitori per la differenziata, decisione supportata anche dal presidente della commissione ambiente Michele Galluccio, mentre il dirigente del settore Raffaele Serpico, su input dell’assessore, ha elaborato una determina che prevede un’innovazione tecnologica per quanto concerne i sacchetti per contenere i rifiuti. Verrà introdotto il sacco verde per il vetro che non c’era mai stato e riconfermati i sacchi in «mater b» (materiale specifico biodegradabile e sostenibile) per l’umido.