Sant’Arpino – «Il nostro Comune ha ricevuto dal Consorzio di bonifica del acino inferiore del Volturno la richiesta di 253mila euro da pagare quale contributo consortile scarico acque meteoriche nei canali di tale consorzio dal 2008 al 2016». A lanciare l’allarme il sindaco di Sant’Arpino, Giuseppe Dell’Aversana, che evidenzia anche una situazione kafkiana per quanto riguarda i ricorsi contro queste maxi bollette. Alcuni comuni che hanno adito la commissione tributaria provinciale di Caserta si sono visti rispondere che la competenza a decidere è della giustizia ordinaria.
Il Comune di Sant’Arpino, che si è rivolto al tribunale di Santa Maria Capua Vetere, ha incassato una sentenza di incompetenza a favore della giustizia tributaria. «Solito scaricabarile all’italiana – continua il sindaco – con conflitti di competenze e cavilli burocratici a spese della collettività. Rispetto a questa tragicomica situazione, però, stiamo valutando con tutti i sindaci interessati un’azione comune coordinata sia politica che giuridica che tenga conto della necessità di non infierire sui cittadini e sui comuni già tartassati da una marea di balzelli». Richiesta analoga, infatti, è giunta anche a molti altri comuni con cifre che, sommate fra loro, superano il milione di euro. Tra questi: Teano, Cesa, Casale di Principe, Gricignano e San Marco Evangelista.
«Riteniamo – continua Dell’Aversana – che il nostro comune non ha ricevuto alcun beneficio da questo fantomatico consorzio istituito con regio decreto del 1933 e delle cui mirabolanti bonifiche non ne vediamo ombra a Sant’Arpino. Queste acque meteoriche che Dio ci manda dal cielo non possono essere bonificate a peso d’oro da questo Consorzio che non brilla certo per efficienza e mai con noi ha stipulato convenzione ad hoc nel merito né, tantomeno, ha concordato tariffe che sono state decise in maniera unilaterale. Ci troviamo di fronte ad un balzello anacronistico a fronte di servizi inesistenti o di pessima qualità fornite a tanti comuni da un Consorzio disciplinato da norme dalla Regione Campania alla quale i cittadini già versano cospicue cifre attraverso il servizio idrico per la depurazione acque reflue».
La situazione è tanto più grave considerato che «versare altre 250 mila euro dalle nostre casse è impossibile considerato pure che con la regione Campania già abbiamo debiti milionari con la efficiente azienda ‘Acqua Campania spa’ gestore del servizio acquedotto per conto della nostra regione ed angoscia di tantissimi sindaci. Amministrare in queste condizioni un comune è impossibile». «Non abbiamo, inoltre, compreso – continua Dell’Aversana – in base a quali calcoli venga poi decisa da questo Consorzio una somma del genere che è proibitiva per un comune in pre dissesto che nessuna bonifica vede in giro. Nel mentre, a noi al protocollo è pervenuto la settimana scorsa anche l’atto di precetto del Consorzio Bonifica il quale ci intima di pagare 253 mila euro oltre interessi».