Aversa – “Lanciare allarmi sul funzionamento dell’ospedale Moscati, sparando sulla dirigenza aziendale e del nosocomio, di sicuro non fa bene all’immagine del presidio e crea allarmismo ingiustificato nella popolazione che teme di mettere a rischio la propria esistenza rivolgendosi all’ospedale aversano dove non esistono solo carenze ma vi sono anche eccellenze, come la rianimazione e il centro emotrasfusionale. Quando poi l’allarme viene lanciato da personale che ha goduto di quasi un mese di ferie, mentre si cercava di mettere toppe ad una situazione di emergenza cronicizzata, leggere certe accuse è davvero inaccettabile. Il personale medico e paramedico sa bene le condizioni in cui è costretto a lavorare questo presidio”.
Così commentano dagli uffici di direzione, chiedendo l’anonimato per non violare le norme aziendali che vietano al personale degli ospedali dell’Asl Caserta rapporti con la stampa non preventivamente autorizzati. “Quanto si sta facendo al Moscati, relativamente all’utilizzo del personale – continuano i nostri interlocutori – è un lavoro di riorganizzazione interna e non di chiusura. Riorganizzazione dei servizi in base alle risorse esistenti e trasformazione dell’autogestione e dell’anarchia dell’orario di sala operatoria in un turno 8-14/14-20 evitando straordinari e sforamenti orari. Impegnando i vari reparti per il tempo proporzionale ai loro carichi di lavoro storici”. “La carenza di personale – ricordano – è un dato cronico ma viene contestata ed attribuita alla direzione strategica dell’azienda e dell’ospedale dai sindacati che, sapendo bene come stanno le cose, dovrebbero mirare più in alto per centrare altri obiettivi, primo fra tutti quello del commissario straordinario per la sanità campana, vale a dire il presidente della Regione Vincenzo De Luca. E’ lui che dovrebbe sistemare la situazione di carenza di personale, comune a tutti gli ospedali della Regione, impegnando il Governo sia Campano che Nazionale a finanziare un piano straordinario di assunzione per gli ospedali che hanno bisogno di personale. Accusare la direzione strategica od ospedaliera di gestire il personale in maniera approssimativa non ha alcun senso”. “Perché – continuano – siamo di fronte alla classica coperta corta che, come si sa, tirata da un lato scopre l’altro”.
“Invece di lanciare allarmi pubblici, creando solo confusione tra i potenziali utenti del Moscati che, come ricordano sempre i sindacati, ha un bacino superiore a 500 mila unità – sostengono ancora i nostri interlocutori – i rappresentanti sindacali meglio farebbero a girare le loro proteste ed esporre le loro ragioni direttamente al presidente De Luca e al ministro della Salute. Sono loro che hanno in mano il bastone di comando per garantire un corretto funzionamento degli ospedali campani ed in particolare del Moscati, fornendo le strutture di personale numericamente adeguato all’alto numero di utenti che include anche le cliniche private che, spesso, sono costrette a trasferire i loro ricoverati nel nostro presidio non essendo dotate di tutto quanto necessario ad una assistenza a 360 gradi”.
A proposito del presidente della Regione Campania va ricordato all’utenza, purtroppo lontana dalla stanza dei bottoni, che nella veste di commissario straordinario per la sanità regionale il 19 luglio scorso Vincenzo De Luca ha scritto al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, chiedendo lo stop al commissariamento per la sanità campana e l’avvio della gestione ordinaria. “Tenuto conto della valutazione congiunta emersa dal Tavolo tecnico dei risultati economici consolidati e dell’avanzamento riconosciuto nella griglia Lea che ci colloca per il 2017 a metà classifica, sulla soglia ormai dei 150 punti rispetto alle storiche criticità degli anni passati, abbiamo fondati motivi per ritenere che i risultati del 2018 consentiranno al Servizio Sanitario regionale di superare definitivamente le croniche inadempienze”, scrive De Luca, probabilmente soddisfatto del suo operato. Di tutt’altro parere è il Ministero della Salute che, da notizie non ufficiali trapelate il 22 agosto, sarebbe pronto a sostituire De Luca avendone bocciato l’operato, valutato negativamente in particolare per i tempi di attesa, ancora troppo lunghi, e per la gestione delle nomine all’interno delle diverse Asl, fatte per scelte politiche e non di carattere manageriale.