“La ricchezza di Napoli”, il cortometraggio realizzato dal regista aversano Loris Arduino, che ne ha anche scritto la sceneggiatura, vince il premio per il miglior cortometraggio alla quinta edizione del Flaminio Film Festival di Roma, assegnato da una giuria estremamente qualificata, composta, tra gli altri, da Sergio Salvati (direttore della fotografia di registi come Ettore Scola, Steno, Sergio Leone, Pasolini, Carlo Vanzina), Giulio Natalucci (truccatore in tanti film come “C’eravamo tanto amati” di Ettore Scola, “Profumo di donna” di Dino Risi, “Il giardino dei Finzi Contini” di Vittorio De Sica). A promuovere il festival è stato Renato Verdecchi, organizzatore insieme a Renato Francisci. Tra i presenti in sala l’assessore del comune di Roma Gian Paolo Giovannelli.
Impossibilitato a ricevere personalmente il premio, perché impegnato per lavoro a Treviso, è stata la moglie del regista, Mary Samele, a ricevere dalle mani del direttore della rassegna, Renato Verdecchi, la pergamena attestante la vittoria che “premia tutta la squadra che ha lavorato con Loris”, ha dichiarato Mary alla stampa. Il primo a congratularsi con il regista è stato Federico Salvatore, ottimo interprete di Pulcinella, premiato per “La ricchezza di Napoli” al Festival di Polla (Salerno) come migliore attore protagonista (leggi qui).
Da ricordare che il cortometraggio ha ottenuto anche il premio per la migliore colonna sonora al Film Festival Internazionale di Noto, in provincia di Siracusa (leggi qui), dove apprezzatissima è stata la “Serenata di Pulcinella” composta dal genio dell’opera buffa Domenico Cimarosa, nato ad Aversa nel 1749. Importante sottolineare che a decretare la vittoria del regista aversano sono stati sia la giuria di qualità che il voto del pubblico presente in sala alla proiezione dei quattro migliori cortometraggi selezionati per la finale. Significativo il commento di Renato Verdecchi che durante la premiazione ha richiamato l’attenzione sul tema dell’indifferenza trattato con garbo nel cortometraggio, associandolo allo stesso tema trattato quasi un secolo fa da Pasolini e Moravia.
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