Si conclude, dopo un lungo calvario durato sei anni, il processo a carico di C.S., 50enne di Aversa, che nel 2012 venne accusato di ripetute violenze nei confronti della figlia dopo che questa si confidò con un’insegnante di una scuola media della città che frequentava all’epoca dei fatti. La minore, allora 12enne, venne immediatamente allontanata dalla casa e collocata in una comunità con sospensione della potestà genitoriale. Il padre, sin da allora, si era sempre dichiarato estraneo ai fatti.
Oggi, dopo due cambi di collegio, la sezione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta dal giudice Francesco Rugarli, ha accolto la tesi difensiva dell’imputato, rappresentato dall’avvocato Felice Belluomo di Aversa, assolvendolo a fronte dell’infondatezza delle accuse.
Il giudice, in particolare, ha preso in considerazione di comportamenti che la figlia accusatrice volontariamente aveva assunto. Dal processo, infatti, è emerso che la ragazza aveva presentato false denunce contro il padre poiché questi voleva ostacolare la sua relazione con un ragazzo molto più grande di lei.