I finanzieri del comando provinciale di Bergamo hanno tratto in arresto un imprenditore bergamasco e sequestrato nei suoi confronti opere d’arte e disponibilità finanziarie per un valore complessivo stimato in oltre 25 milioni di euro. l provvedimenti cautelari, firmati dal gip del Tribunale di Bergamo, Massimiliano Magliacani, sono stati emessi all’esito di un’indagine, coordinata dal procuratore Walter Mapelli e dal sostituto procuratore Emanuele Marchisio, tesa a far luce sulla procedura di collaborazione volontaria, nota come “voluntary discolsure”, a cui l’indagato ha fatto ricorso per fare emergere le proprie disponibilità detenute oltre confine. I sospetti sono nati quando l’imprenditore, dopo pochi giorni dall’avvio di una verifica fiscale nell’ottobre 2015, ha deciso di ricorrere alla voluntary, per regolarizzare un ingente patrimonio in opere d’arte.
L’attività investigativa, condotta dalla Guardia di finanza anche attraverso intercettazioni telefoniche, accertamenti bancari, perquisizioni e assunzione di testimonianze, ha consentito di raccogliere una serie di elementi per ritenere la procedura di emersione viziata da false attestazioni, fattispecie che la legge punisce con la reclusione fino a sei anni. In base all’ipotesi accusatoria, la persona sottoposta alle indagini si sarebbe definita collezionista per versare al Fisco un importo ridotto, nascondendo la sua reale posizione di imprenditore nel settore delle opere d’arte, agendo anche attraverso società nazionali ed estere per commercializzare sculture e dipinti d’autore.
L’uomo deve anche rispondere del reato di autoriciclaggio, per aver ceduto ad una sua cliente, la cui posizione è attualmente al vaglio degli inquirenti, parte delle opere, ad un valore complessivo di oltre 11 milioni di euro, mettendole a disposizione la provvista necessaria all’acquisto. La condotta incriminata sarebbe avvenuta grazie ad una serie di operazioni societarie poste in essere con l’intento di ostacolare l’identificazione e la provenienza dei preziosi beni.
L’autorità giudiziaria ha disposto nei confronti dell’indagato, ai fini cautelari, il sequestro diretto dei beni oggetto di rimpatrio, si tratta di 77 pezzi, tra i quali dipinti di noti artisti come Hayez (si tratta di una delle quattro versioni del famoso “Bacio”), Brueghel, Vanvitelli, Manzoni, Fontana e Boldini, nonché il sequestro per equivalente di ulteriori beni e disponibilità, fino alla concorrenza di 11 milioni di euro, ossia il profitto del reato di autoriciclaggio contestato, motivo per il quale i finanzieri hanno bloccato i conti correnti dell’imprenditore e cautelato ulteriori 200 tra quadri e sculture di autori del calibro di Canaletto, Modigliani, Burri, Arcimboldi, Cerruti, Pomodoro, Baschenis. L’operazione segue di pochi giorni un altro sequestro da 9 milioni di euro sempre collegato alle false attestazioni nella procedura di regolarizzazione dei capitali detenuti all’estero.
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