La Squadra mobile della Questura di Milano ha eseguito due ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip Emanuela Cannavale, su richiesta del sostituto procuratore Bruna Albertini e del procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia, Alessandra Dolci, a carico di 29 persone, prevalentemente italiani (due dimoranti a Barcellona, in Spagna), tre magrebini ed un albanese, ritenuti a vario titolo partecipi di due associazioni per delinquere, la prima delle quali finalizzata al traffico internazionale di cocaina e, la seconda, allo spaccio organizzato di piazza.
Nell’ambito di un progetto di monitoraggio costante della piazze di spaccio della città di Milano, partendo dalla attività di distribuzione di strada della sostanza stupefacente, la polizia è risalita ai fornitori, individuando l’organizzazione criminale che importava la cocaina dal Costa Rica, disarticolando il canale di traffico di sostanze stupefacenti in tutte le fasi che vanno dalla importazione sul territorio nazionale al consumatore. L’attenzione si è concentrata inizialmente su di un gruppo criminale capeggiato dai fratelli Cilione, Pietro e Giuseppe, originari della provincia di Reggio Calabria, e composta da diversi soggetti (la maggior parte dei quali legati da vincoli di parentela), che gestiva con una struttura di tipo “imprenditoriale” due distinte “piazze di spaccio” di cocaina: in maniera monopolistica il quartiere Bonola di Milano, con diversi punti di smercio della sostanza stupefacente, garantendo ai molteplici consumatori di cocaina un “servizio” ininterrotto dalle ore 10 circa alle ore 24 ed oltre, sette giorni su sette, festivi compresi; la zona adiacente il paese di Robbio, piccolo comune della provincia di Pavia con poco più di 5mila abitanti.
L’organizzazione criminale è stata praticamente smantellata da una serie di arresti, sia di pusher che di fornitori operati dalla Squadra mobile, fondamentali per il riscontro delle tesi investigative con nove persone arrestate e circa 4 chili complessivi di cocaina sequestrata. Dalle piazze di spaccio, attraverso uno dei fornitori, si è giunti all’organizzazione criminale che si occupa dell’importazione di ingenti quantitativi dal Sud America, facente capo a due italiani dimoranti in Spagna, identificati per Salvatore Ponzo e Marco Cademartori, titolari della società “Tierra Nuestra Latina”, e ad un terzo italiano, Maurizio Ponzo (padre del primo). Nei giorni 27 e 28 marzo 2017, al molo Darsena Toscana Ovest nell’area portuale di Livorno, l’attività di indagine nei confronti di Ponzo e Cademartori ha consentito di sequestrare, con la collaborazione dell’Ufficio delle Dogane di Livorno, complessivamente 215 chili di cocaina occultati all’interno di alcune casse di ananas contenute in due differenti container. Nella giornata del 23 maggio 2017, Salvatore Ponzo veniva ucciso con armi da fuoco nella città di San Josè, in Costa ica, mentre si trovava, insieme alla compagna, nei pressi dell’ambasciata italiana. Due killer in moto scaricarono sul “broker” italiano una raffica di colpi come vendetta per la perdita in marzo di due carichi, in realtà sequestrati dagli investigatori (per 251 chili) ma senza svelare l’indagine.
L’indagine, in campo internazionale, è stata effettuata con la collaborazione della Direzione centrale per i servizi antidroga, del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato e del Servizio per la cooperazione internazionale di Polizia, che hanno consentito un costante coordinamento con la polizia spagnola. Nei confronti dei due soggetti a Barcellona, è stato emesso un mandato di arresto europeo, eseguito contestualmente all’esecuzione delle catture dalla Guardia Civil spagnola insieme alla polizia italiana. Eseguite numerose perquisizioni sia a carico dei destinatari che a persone legate a vario titolo agli stessi. Nella circostanza, Santo Tucci, appartenente al gruppo di importatori, persona già detenuta in regime di semilibertà, considerato uno dei vertici del clan dei “Cursoti milanesi” (gravato da precedenti per associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, plurimi omicidi, rapina, ricettazione, evasione, violenza privata), è stato trovato in possesso di circa 28 chili di hashish, circa 1,7 chili di cocaina, due pistole clandestine, un silenziatore per arma corta e18 cartucce. Oltre al materiale sequestrato, la complessiva attività di indagine ha comportato il sequestro di circa 219 chili di cocaina (di cui 215 sequestrati al porto di Livorno in due container) e una pistola.
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