Mafia, pizzo di Natale ad un meccanico di Nicolosi: 4 arresti

di Redazione

Per otto anni hanno costretto il titolare di un’officina di Nicolosi (Catania) a pagare per Natale 500 euro a titolo di pizzo. Soldi che venivano utilizzati anche per mantenere le famiglie dei membri del clan finiti in carcere. Ma l’incubo per il meccanico è finito stamattina all’alba: su delega della Dda di Catania, la Squadra mobile ha arrestato quattro persone tutte accusate in concorso tra loro, di estorsione, con l’aggravante mafiosa, visto che due dei quattro finiti in manette sono affiliati al clan Santapaola-Ercolano.

In carcere sono finiti Mirko Pompeo Casesa, 35 anni, e Salvatore Mazaglia, 61 anni, entrambi sorvegliati speciali, ritenuti affiliati al clan Santapaola Ercolano. Ai domiciliari Aldo Pappalardo, 30 anni, e Angelina Puglisi, di 52. L’inchiesta ha preso le mosse dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Salvatore Bonanno, ex appartenente al clan Santapaola-Ercolano, che ha raccontato come e a chi veniva chiesto il pizzo da parte della famiglia di Mascalucia ai danni del titolare di una officina meccanica sedente a Nicolosi.

Le indagini hanno permesso di accertare che esponenti del gruppo di Mascalucia della cosca hanno costretto la vittima, dal dicembre 2008 e sino al 2016, a pagare, in occasione delle festività natalizie, 500 euro, talvolta suddivisa in due trance, a titolo di “messa a posto” . Secondo gli investigatori coloro che riscuotevano erano Mirko Pompeo Casesa e la moglie di Salvatore Mazzaglia, Angelina Puglisi. Chi faceva la richiesta estorsiva sarebbe stato Aldo Pappalardo e i proventi destinati al mantenimento in carcere di Salvatore Mazzaglia.

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