Svolta nell’omicidio di Desirée Mariottini, la 16enne di Cisterna di Latina, trovata morta nella notte fra giovedì e venerdì scorso in un cantiere abbandonato di via dei Lucani, a Roma. La ragazza sarebbe stata drogata e poi abusata sessualmente quando era in stato di incoscienza, come confermato dagli investigatori della Squadra mobile della Capitale e del commissariato San Lorenzo che la scorsa notte hanno fermato tre immigrati africani: Mamadou Gara, 26 anni, e Brian Minteh, 43, senegalesi senza permesso di soggiorno, e un nigeriano di 40 anni. Sono accusati di violenza sessuale di gruppo, cessione di stupefacenti e omicidio volontario. Si cerca un quarto uomo, ma potrebbe mancare poco alla sua individuazione.
Ieri in Questura sono stati sentiti sei testimoni e quattro sospettati e prima delle 23 non avevano ancora concluso le deposizioni davanti al procuratore aggiunto Maria Monteleone e al pm Stefano Pizza. Gli inquirenti hanno indagato senza sosta per stabilire chi fosse presente dove è stato trovato il cadavere. Poi la svolta e la contestazione ai due senegalesi. A dodici ore il terzo fermo del nigeriano. Secondo quanto finora ricostruito, gli indagati hanno sommi strato un mix di droghe a Desirée il pomeriggio del 18 ottobre, in modo da renderla incosciente, per poi stuprarla più volte. La ragazza, che sembra conoscesse i fermati che gravitavano nel palazzo abbandonato che avrebbe già frequentato in passato, è morta nella notte del 19 ottobre.
“Quella notte ero nel palazzo. Ho visto Desiree stare male. Era per terra e aveva attorno 7/8 persone. Le davano dell’acqua per farla riprendere”. A parlare è uno dei frequentatori del palazzo di via dei Lucani che dice di essere stato ascoltato in Questura. Il testimone racconta anche che la notte del 19 ottobre, intorno all’una, “qualcuno chiamò i soccorsi”. Gli investigatori hanno ascoltato per ore diverse persone, quasi tutti frequentatori dello stabile di via dei Lucani, nel quartiere di San Lorenzo, zona di universitari e che di notte si trasforma in luogo di movida, ma anche di alcol e spaccio. L’edificio è stato sequestrato. Tanti i sopralluoghi dei poliziotti per eseguire i rilievi: acquisiti anche i filmati delle telecamere di sorveglianza.
E’ stata la telefonata di un anonimo, nella notte del 19 ottobre, ad avvisare il 118 della presenza del corpo di una ragazza tra le impalcature. Ma, una volta arrivati sul posto, i soccorritori si sono trovati la strada sbarrata da un cancello chiuso con un lucchetto e hanno dovuto quindi attendere l’intervento dei vigili del fuoco prima di poter raggiungere la giovane: ormai non c’era più niente da fare. Subito dopo il ritrovamento un ragazzo senegalese ha raccontato alla polizia quello che ha visto: una ragazzina agonizzante, o forse già morta, sdraiata con una coperta sopra. “Una ragazza urlava. – ha detto il giovane, che ha reso una deposizione in Questura – Ho guardato quella che urlava e c’era un’altra ragazza a letto: le avevano messo una coperta fino alla testa, ma si vedeva la testa. Non lo so se respirava ma sembrava già morta, perché l’altra ragazza urlava e diceva che era morta”.
“Io sono del Senegal. Io c’ero quella sera, dopo che è morta c’ero”, ha raccontato il testimone le cui parole sembrano rafforzare gli indizi emersi dall’esame autoptico. “Sono arrivato lì tra mezzanotte o mezzanotte e mezza – ha aggiunto – sono entrato e c’era una ragazza che urlava. Nell’edificio c’erano africani e arabi: un po’ di gente, sei o sette persone”. Sempre secondo la testimonianza, accanto a Desirée ci sarebbe stata anche un’altra ragazza: “Era italiana penso pure fosse romana, parlava romano, urlava ‘l’hanno violentata, poi lei ha anche preso qualche droga perché lì si vende la droga. Lei diceva ‘sono stati tre sicuramente o quattro’”. La sedicenne aveva avvertito che non sarebbe tornata a casa: “Ho perso l’autobus, resto a Roma da un’amica” le due ultime parole alla nonna materna in una telefonata il 17 ottobre scorso prima di sparire.
“Ora voglio giustizia per Desiree, voglio che questa tragedia non accada ad altre ragazze”, dice Barbara Mariottini, la mamma della 16enne. Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha commentato con un tweet: “Due immigrati clandestini fermati stanotte per lo stupro e la morte di Desirée, altri due ricercati. Grazie alle Forze dell’Ordine, farò di tutto perché i vermi colpevoli di questo orrore paghino fino in fondo, senza sconti, la loro infamia”. L’altro vicepremier, Luigi Di Maio, ha ribadito quanto detto ieri, cioè che ora è “il momento di dare più poteri al sindaco di Roma”.
Il quartiere di San Lorenzo, intanto, da giorni che mostra la sua solidarietà alla famiglia della ragazza e su un muro è apparsa anche una scritta vergata con la vernice bianca “Giustizia per Desiree. San Lorenzo non ti dimentica”. Una morte che ricorda quella di un’altra giovanissima, Pamela Mastropietro, 18enne romana, fuggita da una comunità e andata a morire a Macerata: anche lei drogata, violentata e poi uccisa.
IN BASSO I VIDEO DEGLI ARRESTI
https://youtu.be/WiSzzoqRaGc
https://youtu.be/-iRZgdQt9v8