Riciclaggio, sequestrata villa di pregio: indagato ex titolare Centro Morrone di Caserta

di Redazione

 I finanzieri della compagnia di Caserta hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo emesso, su richiesta della Procura, dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, con il quale è stato disposto il vincolo di indisponibilità di una villa di pregio, con annesso vasto appezzamento di terreno, situata a Castel Morrone, avente un valore commerciale stimabile in oltre 2 milioni di euro.

L’immobile è formalmente intestato alla società “La Gardenia” con sede a Caserta. Le persone indagate sono Carolina De Cicco e Paolo Morrone. I reati contestasti sono i seguenti: a Carolina De Cicco il delitto riciclaggio di 670mila euro ritenuti provento dei delitti tributari ascrivibili a Paolo Morrone negli anni 2009-2011, quest’ultimo quale legale rappresentante del “Centro di radiologia medica e di terapia fisica Morrone srl” e del “Centro Radiologico Vega srl “; inoltre, a Carolina De Cicco, in concorso con Paolo Morrone, il reato di trasferimento fraudolento di valori, per avere, il secondo, attribuito fittiziamente a “La Gardenia” la titolarità dell’immobile di pregio sito a Castel Morrone per agevolare il compimento del presunto riciclaggio; alla società “La Gardenia” contestata, invece, la responsabilità amministrativa con riguardo al reato presupposto di riciclaggio a carico della De Cicco, che sarebbe stato commesso a vantaggio della società stessa che avrebbe acquisito illegittimamente il bene immobile nel proprio patrimonio.

In una nota della Procura, a firma del procuratore capo Maria Antonietta Troncone e del procuratore aggiunto Antonio D’Amato, si legge: <<Il provvedimento giunge all’esito di un’articolata indagine economico-finanziaria – consistita in attività tecnica di intercettazione, acquisizione documentale bancaria, intensa attività istruttoria – che ha consentito di raccogliere un grave quadro indiziario. La “Gardenia”, secondo gli investigatori, avrebbe acquisito i terreni e ristrutturato il fabbricato, fra l’altro lussuosamente rifinito, con denaro sottratto, nel periodo novembre 2013-luglio 2016, dal patrimonio di alcune società del gruppo imprenditoriale casertano della famiglia Morrone, attivo nel settore sanitario con laboratori di analisi e centri diagnostici, quali proventi dei reati tributari commessi dal 2009 al 2011 dall’allora legale rappresentante Paolo Morrone, oggi rinviato a giudizio proprio per tali fatti di evasione fiscale.

Già allora era stato rilevato che, in epoca successiva alla condotta di Paolo Morrone, quale legale rappresentante di alcune società dell’omonimo gruppo – tra cui emissione di fatture false e dichiarazione infedele – erano state poste in essere alcune operazioni economiche opache ed anomale che avevano avuto l’effetto di depauperare il patrimonio aziendale delle società da lui rappresentate. Da qui l’approfondimento investigativo focalizzato su un’operazione (la vendita di un fabbricato con annesso immobile sito a Castel Morrone), solo apparentemente lecita e normale, ma, in realtà, foriera di condotte delittuose a sostegno dell’odierno provvedimento, tali da “smascherare” il ruolo reale della Gardenia, e del suo legale rappresentante Carolina De Cicco, titolare da più di 30 anni di un rapporto fiduciario, quale ditta di pulizie, del gruppo Morrone. Veniva stipulato un contratto preliminare di compravendita di cosa altrui, dapprima, tra la “La Gardenia” e le originarie titolari e, successivamente, tra la medesima Gardenia e le società del gruppo Morrone, che avrebbero dovuto acquistare, a loro volta, l’immobile per destinarlo ad un “Hospice” dei parenti dei malati del Centro Morrone.

Dall’attività investigativa è emersa, invece, la reale finalità dell’intera operazione immobiliare che si sintetizza nelle condotte delittuose contestate agli indagati e nel provvedimento oggi eseguito. Sulla base di tale formale ed apparente pattuizione, in soli tre mesi, venivano disposti diversi bonifici, da 620mila euro ciascuno, a favore de “La Gardenia”, fino ad arrivare, nel tempo, ad un valore complessivo di oltre 2,4 milioni di euro, in tal modo svuotando le casse di alcune società del gruppo Morrone. Da questo momento in poi, De Cicco compiva una serie di operazioni finalizzate a riciclare tali somme di denaro, dalle casse della società dalla stessa rappresentate, reimpiegandole nei lavori della lussuosissima ristrutturazione dell’immobile di Castel Morrone: circa 1,2 milioni di euro solo per le rifiniture e gli arredi.

In concorso con Paolo Morrone, poi, la De Cicco attribuiva fittiziamente a se stessa, che agiva in nome e per conto della società Gardenia, la titolarità del terreno e del fabbricato suddetti. In tal modo, la società Gardenia avrebbe titolo per rispondere personalmente dell’illecito amministrativo, in quanto la complessa operazione di riciclaggio veniva realizzata a vantaggio e, comunque, nell’interesse della società stessa, essendo stato acquisito, al proprio patrimonio, il terreno e il fabbricato stessi, per un valore commerciale di gran lunga superiore rispetto all’acquisto originario, attesa la ristrutturazione lussuosa del medesimo. L’esecuzione del disposto provvedimento da parte della Guardia di finanza di Caserta dimostra la strategia di questa Procura di Santa Maria Capua Vetere di aggredire ogni forma di patrimonio illecitamente accumulato, prestando ogni attenzione investigativa ai flussi finanziari connessi alla consolidazione dei proventi da reato, anche di quelli tributari, come appunto l’evasione fiscale, ma anche al loro successivo riciclaggio per mezzo di filtri societari, professionisti conniventi e prestanomi compiacenti>>.

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