Roma, scacco al clan Spada: sequestrati beni per 19 milioni

di Redazione

I finanzieri del comando provinciale di Roma hanno eseguito cinque decreti di sequestro di beni nei confronti di esponenti di spicco del clan Spada per un valore complessivo pari a circa 19 milioni di euro. I beni sono risultati intestati a 47 persone, tra familiari e “teste di legno”.

Gli approfondimenti economico-patrimoniali condotti nei confronti del capoclan Carmine Spada, alias “Romoletto”, 51 anni, nonché di Ottavio Spada, 55 anni, Armando Spada, di 51, Roberto Spada, 43, e Claudio Galatioto, 67, hanno preso le mosse dalle operazioni di polizia “Eclissi” e “Sub Urbe”, nel cui contesto è stata documentata l’operatività del sodalizio nel territorio lidense, identificandone i “capi” e raccogliendo rilevanti fonti di prova in ordine al sistematico esercizio dell’intimidazione, all’esazione del “pizzo” e alla commissione di plurimi fatti di estorsione, usura, traffico di droga e fittizia intestazione di beni, quest’ultima strumentale al controllo di molteplici attività economiche nei più disparati settori commerciali. Il carattere mafioso dell’organizzazione è stato recentemente confermato dalla Corte di Cassazione in sede di pronuncia sul ricorso avverso un provvedimento del Tribunale del Riesame relativo all’aggressione perpetrata da Roberto Spada, nel novembre del 2017, ai danni di una troupe della Rai nei pressi della palestra Femus Boxe di Ostia (oggi sottoposta a sequestro), di proprietà dello stesso pregiudicato. Si tratta della famosa “testata”, a favore di telecamera, scagliata da Roberto Spada all’inviato di “Nemo”, Daniele Piervincenzi.

L’associazione capeggiata da “Romoletto”, per lungo tempo “gregaria” della consorteria dei Fasciani, ha prepotentemente affermato la propria egemonia territoriale nell’area del litorale romano all’indomani delle operazioni “Nuova Alba” e “Tramonto” – che hanno smantellato quel sodalizio – mantenendo, tuttavia, solide relazioni con esponenti di spicco del predetto gruppo malavitoso, al quale gli “alleati” Spada hanno destinato parte dei loro introiti per il sostentamento del boss Carmine Fasciani, attualmente detenuto. Dagli accertamenti delle Fiamme Gialle – basati anche sull’apporto dichiarativo di alcuni collaboratori di giustizia – è emerso che i vertici del clan, oltre a palesare un tenore di vita del tutto incoerente rispetto alle loro capacità reddituali, hanno “inquinato” l’economia legale ostiense, reimpiegando i profitti delle reiterate condotte illecite attraverso la costituzione, tramite compiacenti “prestanome”, di una serie di imprese (bar, sale slot, distributori di carburante, concessionarie di auto, ecc.) e associazioni sportive dilettantistiche utilizzate per la gestione di palestre e scuole di danza.

Aderendo in toto alle prospettazioni investigative, il Tribunale di Roma ha disposto il sequestro dei seguenti beni, riconducibili ai proposti anche se in gran parte intestati ad altre 47 persone (familiari e terzi), apparentemente estranee al contesto criminale: patrimonio aziendale e relativi beni di 18 società e 4 ditte individuali, nonché il 40% del capitale sociale di un’ulteriore società, operanti nei settori “bar e somministrazione di alimenti e bevande”, “panificazione”, “commercio all’ingrosso e al dettaglio di autovetture e di autoveicoli leggeri”, “costruzioni edifici residenziali e non”, “vendita al dettaglio di carburanti”, “sale giochi e biliardi”, site a Roma (per lo più a Ostia) e in provincia di Frosinone; patrimonio aziendale e relativi beni di 6 associazioni sportive/culturali, ubicate a Ostia; 4 immobili, siti a Roma e Ardea; 15 auto e una moto; rapporti bancari/postali/assicurativi/azioni.

“Grazie! Notizie come questa fanno cominciare bene la giornata”. E’ il commento del ministro dell’Interno Matteo Salvini all’operazione delle Fiamme gialle. La sindaca Virginia Raggi scrive su twitter: “A Ostia non c’è spazio per la criminalità. #NonAbbassiamoLoSguardo”. “Il dolce risveglio alle 5 del mattino col rumore degli elicotteri su Ostia. La fine inesorabile del clan Spada. La lunga carezza ai miei figli mentre dormivano ignari del peso…”, twitta la giornalista Federica Angeli, cronista di Repubblica, simbolo della lotta al clan Spada che ha svelato alla gran parte dell’opinione pubblica italiana il sistema criminale che da anni impera a Ostia e dintorni, e per questo minacciata e insultata.

Da giorni proseguono le azioni delle forze dell’ordine per contrastare il potere del clan del litorale romane. Martedì scorso ai familiari di un membro della famiglia, Vincenzo Spada, fratello del boss Carmine, ora agli arresti, era stata anche sequestrata la casa popolare che occupavano. Sulla porta di ingresso era stata posta una telecamera, al posto dello spioncino, con la quale si poteva controllare chi stava arrivando prima di aprire. Alcune donne, tra cui la madre di Silvano Spada, hanno inveito contro le forze dell’ordine e contro i giornalisti presenti sul posto. Ed erano stati rivolti nuovi insulti proprio contro la giornalista Federica Angeli, già bersaglio delle minacce da parte delle donne del clan, giovedì scorso durante il precedente sgombero dell’appartamento di Carmine Spada.

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