Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha inviato alla Commissione europea la lettera di risposta dopo i rilievi sul Def. Nella missiva, Tria spiega che la manovra “non espone a rischi la stabilità finanziaria dell’Italia né degli altri Paesi Ue”, e assicura che “qualora i rapporti deficit/Pil e debito/Pil non dovessero evolvere in linea con quanto programmato”, il governo “si impegna a intervenire adottando tutte le necessarie misure”.
Il governo italiano, per quanto riguarda il deficit strutturale “è cosciente di aver scelto un’impostazione della politica di bilancio non in linea con le norme applicative del Patto di Stabilità e Crescita – si legge ancora nella lettera -. E’ stata una decisione difficile ma necessaria alla luce del persistente ritardo nel recuperare i livelli di Pil pre-crisi e delle drammatiche condizioni in cui si trovano gli strati più svantaggiati della società italiana”.
“Pur riconoscendo la differenza delle rispettive valutazioni, il Governo italiano continuerà nel dialogo costruttivo e leale così come disciplinato dalle regole istituzionali che governano l’Area Euro. Il posto dell’Italia è in Europa e nell’area Euro”, scrive ancora il ministro Tria. “Il governo è fiducioso di poter far ripartire gli investimenti e la crescita del Pil – spiega ancora Tria – e che il recente rialzo dei rendimenti sui titoli pubblici verrà riassorbito quando gli investitori conosceranno tutti i dettagli delle misure previste dalla legge di bilancio”.
Tria ribadisce quindi “il quadro macroeconomico contenuto nel Dpb e i termini della politica economica del governo, finalizzata a stimolare crescita per favorire la riduzione del debito pubblico. Un sostegno importante alla crescita economica è atteso dal rilancio degli investimenti, sia pubblici che privati che in capitale umano, e dalle riforme strutturali che il governo intende mettere in atto”.
“Ieri sera mi sono visto con Tria, abbiamo rivisto insieme la lettera ai Commissari europei. Noi siamo assolutamente in Europa, vogliamo dialogare con le istituzioni europee e che questa interlocuzione si svolga nella leale collaborazione e nel dialogo costruttivo”. Lo ha affermato il premier Giuseppe Conte. “Non mettiamo in discussione il ruolo della commissione e degli organi comunitari. In questa lettera – ha sottolineato il presidente del Consiglio – abbiamo anticipato quali sono le ragioni di una manovra economica così impostata, gli obiettivi, siamo disponibili a sederci a un tavolo per proseguire l’interlocuzione con la commissione europea”.
Secondo il premier Conte “il grande problema con l’Europa è di chi programma la crescita allo ‘zero virgola’, noi la programmiamo all’1,5%. Ma abbiamo tante riforme strutturali da fare, alcune le abbiamo già fatte e le altre le realizzeremo per incidere lì dove dobbiamo crescere. Innanzitutto voglio spiegare perché abbiamo fatto questa manovra. Se arriverà una bocciatura, ci siederemo a un tavolo e valuteremo insieme”. “Leggete le mie labbra: non c’è nessuna possibilità di ‘Italexit’, di uscire dall’Europa o dall’Eurozona”, ha precisato il premier ai giornalisti inglesi.
“La patrimoniale è assolutamente esclusa”, ha sostenuto ancora il premier aggiungendo che “se per qualche motivo dovessimo andare in difficoltà semplicemente adotteremmo dei tagli di spesa per rientrare negli obiettivi prefigurati. Ad esempio se la crescita del Pil non dovesse assecondare le nostre posizioni. Ma la patrimoniale è esclusa”.