Il presidente dell‘Inps, Tito Boeri, critica il progetto del governo di introdurre nel sistema previdenziale la quota 100 con un minimo di 62 anni di età e 38 di contributi insieme allo stop all’indicizzazione alla speranza di vita. “Ci sarebbe un incremento del debito pensionistico destinato a gravare sulle generazioni future nell’ordine di 100 miliardi – ha detto durante un’audizione alla Camera -. Con questa ipotesi il sistema è a rischio”.
Secondo Boeri, le misure sulla quota 100 e sul blocco dell’indicizzazione alla speranza di vita per le pensioni anticipate avvantaggeranno “soprattutto gli uomini, con redditi medio alti e i lavoratori del settore pubblico” mentre saranno “penalizzate invece le donne tradite da requisiti contributivi elevati e dall’aver dovuto subire sin qui, con l’opzione donna, riduzioni molto consistenti dei trattamenti pensionistici, quando ora per lo più gli uomini potranno andare in pensione prima senza alcuna penalizzazione”.
“Ssistema a rischio” – Boeri spiega con le ipotesi del governo su “quota 100” per l’accesso alla pensione e lo stop all’adeguamento della speranza di vita per le pensioni anticipate nel 2019 “il sistema previdenziale è a rischio”. “Si aumenta la spesa e si riducono i contributi – spiega – non bastano due giovani neo assunti per pagare la pensione di uno che esce. Queste misure costerebbero 8,5 miliardi il primo anno per arrivare nel giro di tre anni a 16 miliardi”.
“Pesanti sacrifici imposti ai giovani” – Il presidente dell’Inps sottolinea come saranno “pesanti i sacrifici imposti ai giovani su cui pesa in prospettiva anche il forte aumento del debito pensionistico. Non possiamo esimerci dal lanciare un campanello d’allarme riguardo alla scelta di incoraggiare più di 400mila pensionamenti aggiuntivi proprio mentre si avviano al pensionamento le generazioni dei baby boomers e il numero di contribuenti tende ad assottigliarsi. E’ un’operazione che fa aumentare la spesa pensionistica mentre riduce in modo consistente i contributi previdenziali anche nel caso in cui ci fosse davvero, come auspicato dal governo, una sostituzione uno a uno tra chi esce e chi entra nel mercato del lavoro”.
“Beffa per le donne” – Gli interventi ipotizzati sulle pensioni dal governo “sono a vantaggio degli uomini, dei redditi alti e dei lavoratori pubblici e penalizzano fortemente le donne. Sono beffate, spinte ad accettare l’uscita con Opzione donna con un taglio consistente della loro pensione e ora vedono uscire gli uomini in anticipo e con la pensione piena”, analizza ancora Tito Boeri, spiegando che la platea per quota 100 riguarda per il 90% uomini senza alcuna decurtazione. La riapertura di “Opzione donna” è “in stridente contrasto” con le altre ipotesi.
Condono contributivo – Boeri si dice preoccupato anche per l’ipotesi di condono contributivo: “Il rischio è quello di minare alle basi la solidità del nostro sistema pensionistico. Uscite consentite con un minimo di 38 anni di contributi e 62 di età oppure abolendo l’indicizzazione alla speranza di visita dei requisiti contributivi minimi per la pensione anticipata (a tutte le età) portano a un incremento dell’ordine di 100 miliardi del debito pensionistico destinato a gravare sulle generazioni future e, già nel 2021 a un incremento ulteriore (oltre la famosa gobba) di circa un punto di pil della spesa pensionistica”.
“La pensione non deve essere percepita come privilegio” – “Se lo spirito che anima le proposte qui presentate – conclude – è quello di correggere per quanto possibile le iniquità più stridenti ereditate da chi in passato ha costruito il consenso concedendo privilegi a categorie di elettori, questo stesso principio deve essere applicato anche in avanti, pensando alle generazioni future. Oggi si è parlato di privilegi. Non vorremmo che un domani qualcuno dovesse considerare il fatto stesso di percepire una pensione come un privilegio”.
“Da taglio pensioni d’oro risparmio inferiore a 150 milioni” – Secondo Boeri, il risparmio che potrebbe arrivare dal disegno di legge sulle pensioni d’oro sarebbe inferiore a 150 milioni e riguarderebbe una platea di circa 30mila persone. Il presidente dell’Inps sottolinea che si raggiungerebbe questa riduzione della spesa pensionistica solo se il taglio sulle pensioni superiori a 90mila euro annui facesse riferimento all’intero reddito pensionistico e non alle singole pensioni. La riduzione massima sarebbe del 23% mentre quella media sarebbe dell’8%.
Salvini: “Boeri si dimetta da Inps e si candidi alle elezioni” – “Da italiano invito il dottor Boeri, che anche oggi difende la sua amata legge Fornero, a dimettersi dalla presidenza dell’Inps e a presentarsi alle prossime elezioni chiedendo il voto per mandare la gente in pensione a 80 anni”. Lo ha affermato il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini aggiungendo che “più alcuni professoroni mi chiedono di non toccare la legge Fornero, più mi convinco che il diritto alla pensione per centinaia di migliaia di italiani, che significa diritto al lavoro per centinaia di migliaia di giovani, sia uno dei meriti più grandi di questo governo”.