Sant’Arpino, Boerio attacca Di Santo: “Mi ha usato per le sue mire espansionistiche”

di Redazione

Sant’Arpino – Nel suo recente comizio pubblico l’ex sindaco Eugenio Di Santo non ha risparmiato attacchi alla consigliera indipendente di opposizione Iolanda Boerio, suo ex assessore, che da qualche tempo ha preso le distanze dal presidente del movimento “Alleanza Democratica”, fondando “LiberaMente”.

“Quando ho capito che Di Santo stava utilizzando la mia faccia pulita per le sue mire espansionistiche ho deciso di cambiare strada. – commenta Boerio – Adesso dice che io non ho mai voluto capire che la politica è una cosa e che le questioni sentimentali, familiari e lavorative sono un’altra cosa. Fa strano sentire certe affermazioni da lui, visto che ha coinvolto nella sfera politica la giovanissima figlia, che come me ha il vantaggio di essere pulita, vera e candidabile. Adesso dice anche che non vede opposizione, ma dimentica che in Consiglio comunale in opposizione vi è proprio ‘Alleanza Democratica’, seppur in macerie, rappresentata dalla stessa consigliera Maria Rosaria Di Santo, a cui va la mia stima e la mia solidarietà. Ancora una volta parole vuote, prive di contenuti, di obiettività e di sensibilità, sulle quali non basta un velo pietoso da stendere e forse neppure una coperta”.

“Il problema di Di Santo – continua Boerio – è che trema al solo pensiero di questo nuovo movimento fondato realmente sul nuovo, mentre lui è espressione del vecchio in tutto e per tutto. Non sopporta l’idea di essere il presidente del niente, incapace di ricostruire Alleanza Democratica dopo la fuoriuscita di ben cinque membri. Ha sfasciato un direttivo, una casa comunale e ha distrutto rapporti umani, sinceramente non so cos’altro possa combinare il re delle macerie!”. La consigliera indipendente aggiunge: “Giusto per dargli qualche ultimo e definitivo ragguaglio, visto che sembra lo stia abbandonando anche la memoria, nel 2007 ero ancora presidente della Commissione Pari Opportunità dell’amministrazione Savoia. Peraltro, solo oggi si ricorda di elencare disservizi ed angherie, ma gli vorrei sottolineare che ha fatto parte in quegli anni di quel Consiglio comunale e ancora più indietro era in maggioranza senza preoccuparsi concretamente del bene dei santarpinesi. Nel 2008, invece, è bene rammentargli che non ero candidata con lui, si confonde con un mio carissimo parente che già allora aveva visto il marcio, purtroppo prima e meglio di me. Ho fatto da presidente della Commissione Pari Opportunità della sua amministrazione solo successivamente, ma cercava di togliermi puntualmente potere decisionale. Nonostante gli ostacoli determinati dal suo atteggiamento da despota maschilista, sono riuscita con il sostegno delle donne – che si sono apprestate con me a realizzare progetti sociali – a portare a termine progettazioni inerenti le pari opportunità e le fasce deboli. Il suo devastante contributo però, lo abbiamo notato spesso, come durante la proposta dell’asilo nido, una nostra grande conquista verso la quale non si è voluto smentire, creando solo problemi e smontando il gruppo per non concludere nulla. Le progettazioni e i nostri risultati positivi sono agli atti del comune e fanno parte dei nostri curricula, rispetto al suo che invece è tutto un dire”.

Boerio conclude: “Avrei dovuto capire Di Santo, quando nel 2013 ho aderito ad Alleanza Democratica, perché mi aveva proposto di candidarmi, dopo poco fui colpita dalla perdita di mio padre e in un momento di vita per me estremamente difficile non solo non placò la sua sete di potere ma non ringraziò neppure per la vittoria che aveva raggiunto grazie allo scarto dei miei 1173 voti sull’allora candidato sindaco Francesco Capone. In un momento di lutto e dolore inaspettato, non ebbe l’accortezza di rispettarmi perché aveva già chiari i suoi piani, aveva deciso di affidarmi l’assessorato alla Pubblica istruzione, mentre con la mia ‘quota’ potevo aspirare a fare il vicesindaco”.

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