Aversa e il suo mancato festival internazionale del cinema “morto” dopo la prima edizione

di Antonio Arduino

Circa 22 anni fa, martedì 28 maggio 1996, ad Aversa si tenne la prima edizione di “Inverso Sud”, Festival Internazionale del Cinema. Si sarebbe svolta, così come è avvenuto, fino a domenica 2 giugno in tre delle sale cinematografiche cittadine, vale a dire al Cimarosa, al Metropolitan e al Vittoria. Ideatore della manifestazione era stato l’allora sindaco Raffaele Ferrara. L’idea era quella di realizzare un appuntamento annuale fisso che sarebbe dovuto diventare punto di riferimento per il cinema realizzato nel Sud del mondo, sia in quello geografico che immaginario, caratterizzato dall’essere più critico e al di là degli schemi stereotipati dell’epoca per fare da apripista nel mercato mondiale delle immagini, proponendo allo stesso tempo la città di Aversa, con la sua architettura, arte e storia, agli occhi di un mondo in cui il turismo d’arte stava affacciandosi prepotentemente.

Un’idea che sarebbe passata alla storia e che oggi diventa storia per essersi conclusa alla prima ed unica edizione. “Inverso Sud”, nato due anni prima della rassegna cinematografica “PulcinellaMente” che ha portato il comune di Sant’Arpino alla ribalta nazionale grazie alla partecipazione di ospiti di prestigio, primo fra tutti il premio Nobel per la letteratura Dario Fo, poteva essere per Aversa l’occasione giusta per far diventare la città meta turistica d’elezione. La programmazione di una quarantina di film tra quelli in concorso, fuori concorso, omaggi, retrospettive, anteprime, nuove proposte, documentari, docu-fiction, corti e lungometraggi provenienti da ogni parte del mondo e, per la prima volta all’interno di un festival, incontri sui primi progetti italiani di Film Commission lasciava bene sperare per un futuro in crescita dell’iniziativa. Invece, dopo la prima edizione, su “Inverso Sud” è calato il sipario.

Se non fosse accaduto oggi, probabilmente, esisterebbe un “Aversa Film Festival International” noto in tutto il mondo, insieme ad una città che cerca faticosamente di uscire allo scoperto come meta turistica. Perché “Inverso Sud” non ha avuto il futuro che avrebbe potuto meritare? Chi finanziò la prima edizione? Chiuse i battenti per mancanza di finanziamenti o per altri motivi? Se la prima edizione non ha avuto il successo ipotizzato dall’allora sindaco della città, non sarebbe stato opportuno riproporla correggendo eventuali errori legati al rodaggio, errori che sono presenti in ogni iniziativa alla prima esperienza? Infine, avrebbe senso ora riproporla? Abbiamo posto queste domande all’ex sindaco Lello Ferrara, ma le risposte non sono ancora arrivate. Ve le faremo conoscere quando e se arriveranno.

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