E’ una delle sante più venerate nell’intero territorio campano, in particolare a Mugnano del Cardinale, in provincia di Avellino, dove nella chiesa della Madonna delle Grazie ci sono le reliquie della santa che sembra non essere mai esistita. Parliamo di Santa Filomena che, a quanto pare, rappresenta un falso storico, nato dall’errata interpretazione della scritta “Pax tecum Filomena” dipinta su tre tegole di terracotta trovate nelle catacombe di Priscilla, un cimitero presenti sulla via Salaria, che ricoprivano quelli che si ritenevano essere i resti mortali di Filomena, affiancati da un’ampolla cimiteriale.
Fu ritenuto che fossero della santa per la testimonianza di suor Maria Luisa di Gesù, terziaria domenicana di Napoli che aveva delle “visioni divine”. In occasione di una di queste visioni la suora chiese alla santa di narrarle la sua storia e il suo martirio. Il racconto della “rivelazione” fu approvato dal Sant’Uffizio, il 21 dicembre 1833. Secondo la “rivelazione”, riferita da suor Maria Luisa di Gesù, Filomena era figlia di un re della Grecia che insieme alla moglie si era convertito al cristianesimo. A 13 anni Filomena si consacrò a Dio con voto di castità. Successivamente l’imperatore Diocleziano dichiarò guerra a suo padre. Questi, non potendola affrontare, per trattare la pace raggiunse Roma insieme alla figlia. Diocleziano se ne innamorò ma fu rifiutato dalla giovane che aveva fatto voto di castità, così la fece flagellare, ma le ferite guarirono miracolosamente. Cercò di annegarla legandola ad un’ancora che, però, si ruppe. Tentò di ucciderla con frecce che deviarono senza colpirla, infine la fece decapitare alle tre del pomeriggio. Due ancore, tre frecce, una palma e un fiore erano i simboli raffigurati sulle tegole del cimitero di Priscilla, cosicché furono interpretati come i simboli del martirio di Filomena.
Negli anni seguenti, malgrado i tanti miracoli attribuiti all’intercessione della Santa, il racconto delle “rivelazioni” fatto da suor Maria Grazia di Gesù fu sottoposto ad uno studio approfondito insieme ai reperti archeologici e alle reliquie ritrovate. Ne risultò che non ci fu più certezza che fossero appartenuti alla tomba di una martire mancando la scritta ‘martyr’ e stabilendo che le tegole erano state riutilizzate successivamente nel sec. IV e in tempo di pace. Inoltre, nell’ampolla cimiteriale trovata nella tomba accanto ai resti presunti della Santa non vi era sangue ma profumo tipico delle sepolture dei primi cristiani. Venne così a cadere la certezza del martirio e “la Sacra Congregazione dei Riti”, il 14 febbraio 1961, con “l’Instructio De calendariis particularibus et Officiorum ac Missarum Propriis ad normam et mentem codicis rubricarum revisendis” nel 1961 tolse dal calendario il nome di Filomena, tenendo presente le conclusioni degli studiosi.
I miracoli avvenuti, i riconoscimenti ufficiali della Chiesa dello scorso secolo, la devozione personale di Papi e futuri santi, essendo stati riconosciuti dalla Chiesa ed attribuiti a Santa Filomena sicuramente sono stati ottenuti per intercessione di una santa i cui resti erano nelle catacombe di Priscilla ma di certo, ufficialmente, non erano quelli di Santa Filomena che forse non è mai esistita.