Camorra, arrestato il latitante Antonio Orlando: reggente del clan di Marano

di Redazione

Era latitante da 15 anni Antonio Orlando, 60 anni, ritenuto il reggente della “federazione camorristica” degli Orlando-Nuvoletta-Polverino di Marano di Napoli, di recente decimata dagli arresti, e tra i ricercati più pericolosi d’Italia. I carabinieri lo hanno individuato e catturato in un appartamento a Mugnano, vicino Marano. A suo carico pendevano due ordinanze di custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere di stampo mafioso. Orlando, da quanto si apprende, si era rifugiato a Mugnano da pochi giorni ed era pronto a cambiare nascondiglio, proprio come ha fatto durante tutto il periodo della sua latitanza, per non dare punti di riferimento agli investigatori.

“Antonio ‘o mazzolino”, così viene soprannominato, ha gestito e organizzato una latitanza “dorata” grazie alla capacità economica che ha accumulato negli anni: traffici di droga con un canale privilegiato dal Marocco, da dove arrivano tonnellate di hashish di alta qualità con il marchio “iPhone”, e riciclaggio di ingenti quantità di denaro.

A raccontare l’ascesa del clan Orlando dagli anni ‘90 fino al 2010, quando sono diventati i “padroni” dell’area nord di Napoli, è il pentito Roberto Perrone, che ha gestito il traffico di droga proveniente dalla Spagna, con i Nuvoletta prima e con i Polverino poi. In un verbale datato 4 aprile 2016, il killer fidato del capoclan Giuseppe Polverino, detto “Peppe ‘o barone”, racconta agli inquirenti, per la prima volta, di come gli Orlando furono costretti alla fine degli anni ‘90 a scegliere tra i Nuvoletta, con cui erano legati da vincoli di parentela, e i Polverino il cui potere era in evidente ascesa.

In una prima fase, fino agli anni ’90, il gruppo Orlando operava criminalmente sia nel settore dell’hashish che nelle estorsioni ed anche per gli omicidi. Dopo gli anni ‘90, fu costretto a fare una scelta perché sorsero contrasti tra i Polverino e i Nuvoletta per uno schiaffo che Peppe Polverino diede ad Antonio Nuvoletta, alias “’o Lepre”. Questo determinò una scissione tra i Nuvoletta e i Polverino, rispetto ai quali gli Orlando dovevano prendere una decisione e su indicazione di Armando Orlando, detto “Tamarro”, cugino del latitante Antonio, si schierarono dal lato dei Polverino.

Alla fine degli anni ’90, quindi, gli Orlando scelgono di appoggiare i Polverino e vengono riconosciuti dal capoclan come un gruppo autonomo, che continuerà ad occuparsi dello spaccio di hashish a Marano, Quarto e Calvizzano. Da spacciatori di ultimo livello entrarono nel cerchio del potere fino all’arresto di Giuseppe Polverino in Spagna, il 9 marzo 2012. A quel punto scelsero di “girarsi” con i Nuvoletta e riuscirono a prendersi tutta Marano: era il 2005 e “Antonio ‘o mazzolino” era irreperibile già da tre anni.

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