Un vasto incendio è divampato, nella serata del 1 novembre, allo Stir di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), impianto di tritovagliatura e imballaggio dei rifiuti provenienti da numerosi comuni della provincia. Sul posto sei squadre dei vigili del fuoco che hanno domato le fiamme, fino al mattino successivo, partite dall’interno di uno dei capannoni. In fumo oltre 500 tonnellate di rifiuti che hanno generato una densa nube nera propagatasi per tutta la zona, fino all’agro aversano.
Un altro disastro ambientale che colpisce il territorio tra Napoli e Caserta. Solo una settimana fa era andato a fuoco lo stabilimento della Lea, a Marcianise (leggi qui), senza dimenticare gli altri roghi della scorsa estate, in particolare nel sito di stoccaggio della “Di Gennaro” di Caivano (leggi qui), lo scorso 25 luglio, e, ancora prima, il 1 luglio, alla “Ambiente Spa” di San Vitaliano (leggi qui), seguiti quello alla Ilside di Bellona (leggi qui). Che possa esserci un disegno criminale alla base di questi episodi è ormai un’ipotesi sempre più plausibile.
“Se qualcuno pensa di farci ripiombare nell’emergenza, ha sbagliato palazzo. Chi fa questo, deve marcire in galera”, ha commentato, senza troppi giri di parole, il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, in visita stamattina allo Stir sammaritano per un sopralluogo compiuto insieme al consigliere regionale Vincenzo Viglione e alla presidente della Commissione Ambiente del Senato, Vilma Moronese. In una dichiarazione rilasciata al blog “L’Orlo.it”, Costa è andato oltre: “La camorra fa schifo, ma fanno schifo anche i colletti bianchi che speculano sulla salute delle persone”. Poi ha tracciato la strada da percorrere (continua a leggere l’articolo a firma di Alessandra Tommasino, clicca qui).
IN ALTO IL VIDEO girato dal senatore Agostino Santillo del M5S, sotto una galleria fotografica