Mondragone, chiedevano il pizzo ai “caporali”: arrestati due fratelli

di Redazione

Mondragone – Un’altra operazione messa a segno dai carabinieri di Mondragone contro il fenomeno del “caporalato”. Un 29enne del posto, F.G., è stato tratto in arresto, su disposizione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, perché accusato di diversi episodi di estorsione a danno di A.F.R. e di altre persone dedite al trasporto di braccianti agricoli nei campi di raccolta della provincia di Caserta, in particolare sul territorio mondragonese.

L’arresto trae origine dall’indagine, coordinata dalla Procura sammaritana, iniziata lo scorso mese di agosto che vede coinvolti, a vario titolo, numerosi trasportatori di braccianti che avrebbero ricevuto richieste estorsive e subìto atti intimidatori da parte di F.G. che, secondo gli investigatori, si occupata materialmente del ritiro del denaro pagato quale vero e proprio “pizzo” per lo svolgimento, in regime di “protezione coatta”, delle attività lavorative svolte, anche illecitamente, dalle sue vittime.

Dalle intercettazioni è emerso che le richieste estorsive venivano avanzate dal fratello di F.G., A.G., 24 anni, nei confronti del quale, lo scorso 20 ottobre, fu emanato un provvedimento di fermo, avendo il giovane acquistato un biglietto per il trasporto marittimo verso la Tunisia, intendendo evidentemente darsi alla fuga, anche in considerazione del fatto che era appena stato eseguito altro fermo a carico di uno dei “caporali”, anch’egli vittima delle richieste estorsive dei fratelli G. Così, il giudice per le indagini preliminari, condividendo l’impianto accusatorio e ritenendo la sussistenza del pericolo di fuga, convalidava il fermo di indiziato di delitto e, su richiesta della Procura, applicava al 24enne la misura cautelare della custodia in carcere.

Le complesse attività investigative hanno consentito di accertare che i fratelli G. minacciavano di morte le vittime delle loro richieste estorsive e, in diverse occasioni, pianificavano e partecipavano ad incendi dolosi di veicoli, parcheggiati sulla pubblica via a Mondragone, per lo più in uso alle persone offese. Incendi realizzati a scopo intimidatorio. Le vittime erano quindi costrette a versare nelle mani dei fratelli G. somme di denaro variabile dai 50 ai 100 euro a settimana per l’attività di trasporto di braccianti agricoli e lavoratori. In tal modo, i due fratelli si erano imposti sul territorio mondragonese, svolgendo anche un ruolo di “controllo” del mercato del lavoro nero. Inoltre, si è potuto accertare che nel compimento degli episodi incendiari dei furgoni e delle vetture in uso alle persone offese, i fratelli G. si servivano di altri soggetti, tra i quali M.A., A.R., per cui si procede in stato di libertà, e di un minorenne, G.A, quest’ultimo denunciato alla competente autorità giudiziaria.

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