Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha convalidato il fermo d’indiziato di delitto eseguito dai carabinieri di Mondragone nei confronti dell’algerino Muhamed Bin Raba, 25 anni, e del rumeno Florin Mocian, 20, entrambi residenti a Marano di Napoli, ritenuti responsabili in concorso dell’omicidio di Salvatore De Rosa, 57 anni, avvenuto lo scorso 17 novembre in località Pescopagano.
Secondo la ricostruzione operata dagli investigatori, quella sera i due immigrati si erano recati presso l’abitazione della vittima. Mentre Mocian guidava uno scooter rubato e attendeva all’esterno della casa di De Rosa, Muhamed, armato di fucile illegalmente detenuto e modificato a canne mozze con proiettili da caccia al cinghiale, si introduceva all’interno del condominio esplodendo un colpo letale all’addome del 57enne.
I motivi dell’omicidio, come accertato dagli inquirenti, sarebbero riconducibili ad una “vendetta” per futili motivi conseguente ad una precedente discussione tra De Rosa, i due stranieri e un’altra persona, italiana, residente del posto. Poche ore prima, l’algerino aveva infatti preteso, sotto effetto di sostanze alcoliche, di entrare nello stabile, salvo poi minacciare vendetta essendo stato allontanato dalla vittima. Subito dopo l’omicidio l’indagato sferrava diversi calci contro l’uscio dell’abitazione dell’altro italiano che aveva partecipato al precedente litigio cercando di accedere nella casa per proseguire la sua vendetta. Non riuscendo ad entrare, tornava in strada esplodendo un ulteriore colpo che avrebbe potuto uccidere due donne, fortunatamente rimaste illese, affacciate ai balconi di casa e in preda al panico.
Le indagini, avviate immediatamente, sotto la direzione della Procura di Santa Maria Capua Vetere ed eseguite dai carabinieri della locale compagnia, con la fattiva e determinante collaborazione della Sezione Rilievi di Caserta e dei militari della compagnia di Marano, sin dalle prime ore della notte hanno fornito importanti elementi per consentire il rintraccio dei due indagati. Nella notte del 17 novembre si è provveduto all’escussione dei testimoni, principalmente residenti nel condominio dove era avvenuto il gravissimo episodio, e alla visione di innumerevoli immagini degli impianti di videosorveglianza. Così si è riusciti a tracciare in poco tempo un identikit dei due ricercati che, intanto, avevano fatto perdere le loro tracce rientrando nella zona di Marano, dove abitavano.
Iniziava un assiduo lavoro di ricerca grazie anche al coinvolgimento dell’Interpol, al fine di verificare le esatte identità dei ricercati, e dei carabinieri di Marano che hanno offerto immediato appoggio ai colleghi di Mondragone. Il rintraccio dei due avveniva a Parete durante la mattina del 26 novembre scorso, a nove giorni dal delitto. Condotti nella caserma di Mondragone si procedeva al riconoscimento degli indiziati da parte di tutti i testimoni che già erano stati sentiti la notte dell’omicidio. Sulla scorta di tali risultanze, la Procura di Santa Maria Capua Vetere emetteva decreto di fermo dei due immigrati per i reati di omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, tentato omicidio a danno delle due donne, tentata violazione di domicilio, detenzione e porto di arma e ricettazione dello scooter utilizzato dai due responsabili che, come detto, risultava rubato solo dieci giorni prima dei fatti. All’esito dell’udienza di convalida del fermo, il giudice per le indagini preliminari disponeva la custodia cautelare in carcere ad entrambi i fermati.