Il tribunale del Riesame di Napoli ha annullato l’arresto di Francesco Tiberio La Torre, 31 anni, figlio di Augusto La Torre, storico capoclan di Mondragone, catturato lo scorso 30 ottobre, insieme ad altre 13 persone, dai carabinieri della locale compagnia nell’ambito di un’operazione, condotta tra le province di Caserta, Napoli e Benevento, su un’associazione dedita al traffico di droga. Annullate le ordinanze cautelari anche per altri arrestati: Michele Degli Schiavi, 30 anni; Frederik Loka, 39 anni, albanese; Costantino Cardillo, 34; Vincenzo De Crescenzo, 62; Giuseppe Galluccio, 36, tutti di Mondragone. La Torre junior, comunque, resta in carcere in virtù di un’altra ordinanza cautelare riguardante la vicenda che lo coinvolge, insieme al padre Augusto, sulle intercettazioni dei colloqui in carcere dove boss mondragonese è rinchiuso.
Gli avvocati difensori degli indagati hanno eccepito l’inefficacia della misura cautelare per l’omessa trasmissione degli “atti posti a fondamento del titolo coercitivo”. Così il Riesame ha accolto l’eccezione, dal momento che, scrivono i giudici, non sono stati messi a disposizione “alcuni fondamentali atti d’indagine, quali, in particolare, l’informativa di reato del 30 dicembre 2016 ed i relativi allegati”.
L’associazione, secondo gli investigatori, era costituita, promossa, organizzata e diretta da Francesco Tiberio La Torre, insieme a Vincenzo De Crescenzo, 62 anni, e al figlio Salvatore De Crescenzo, 41. Secondo gli investigatori, il gruppo provvedeva all’immissione sul litorale domizio, ed in particolare a Mondragone, di consistenti quantitativi di droga, come cocaina, crack e hashish, approvvigionata tramite fornitori provenienti dell’area napoletana ovvero tramite la collaborazione di albanesi. Ricostruiti singoli episodi di spaccio gestito tramite il sistema delle richieste telefoniche, nonché vari sono stati i recuperi di stupefacente. Sono emerse anche condotte, da parte di alcuni indagati, relative al riciclaggio di un’autovettura di provenienza illecita.