33 misure cautelari, con decine di persone finite in carcere. 44 indagati per 219 capi di imputazione e sequestri per un valore di quasi un milione di euro. Questi i numeri della maxi operazione che, all’alba di martedì 27 novembre, ha impegnato gli uomini della Polizia di Stato della questura di Lucca – coadiuvata dalle squadre mobili delle questure di Arezzo, Massa, Pisa e Firenze – e il comando provinciale della Guardia di Finanza di Lucca. Otre a quaranta perquisizioni in diverse province del centro Italia, la Procura di Lucca ha disposto il sequestro preventivo di una gioielleria-compro oro, in via Machiavelli, a Viareggio, e sottoposto a sequestro numerosi conti correnti bancari.
L’operazione ha colpito due associazioni a delinquere. La prima è un sodalizio di giovani di nazionalità albanese dediti ai furti in abitazione, commessi nelle province di Lucca, Massa e La Spezia, e alla ricettazione di preziosi: i ladri colpivano nelle abitazioni alla presenza delle vittime, tutte le notti, ad eccezione della domenica. “Le indagini, avviate dagli uomini del commissariato di Forte dei Marmi – si legge in una nota della Questura – hanno ricostruito 89 furti, il primo dei quali risalente ad agosto 2015. Il sodalizio, durante i furti, puntava ai monili in oro potendo contare su un canale privilegiato per la monetizzazione: due Compro oro della Versilia, secondo gli inquirenti entrambi riconducibili alla famiglia Fiorentino, da anni residente a Massarosa”.
Nel prosieguo delle indagini, la collaborazione tra il commissariato di Forte dei Marmi e La squadra mobile di Lucca ha messo nel mirino “una seconda e più articolata associazione a delinquere dedita alla ricettazione e al riciclaggio di chili e chili d’oro provento di furto, per un volume di affari di oltre 550mila euro documentato in soli 9 mesi di indagine”.
A capo del sodalizio, secondo gli inquirenti, c’era Gennaro Fiorentino, 55 anni; con lui, la moglie Serena Cioni e i due figli. Il primo, 30 anni, un diploma da orafo, titolare della licenza del compro oro Orofino Gmt, a Viareggio, sarebbe stato aiutato da Alessandro Iselli, 50enne di Massa, su indicazione del padre Gennaro, per acquistare l’oro da sinti e rom della Versilia. Oro che sarebbe stato il bottino dei furti di cui sopra. Il secondo figlio gestiva un Compro oro in piazza Carducci, a Pietrasanta, il secondo della famiglia. “Il sodalizio, consapevole della provenienza illecita dei preziosi acquistati – riferiscono gli inquirenti – immediatamente dopo l’acquisto, per renderli irriconoscibili, li sezionava e li schiacciava. L’oro era poi fuso in lingotti artigianali nella fonderia che era stata allestita illegalmente nella stalla della propria abitazione di famiglia, a Massarosa”.
Inoltre, gli inquirenti hanno collegato l’attività versiliese con due titolari di un Compro oro di Arezzo, Giorgio Bellucci e Roberto Marrazzo, che avrebbero acquistato l’oro fuso per poi rivenderlo a loro volta. Durante un incontro per la cessione di oro tra versiliesi e aretini sono apparsi gli agenti delle squadre mobili di Lucca e Arezzo e del commissariato di Forte dei Marmi. In quella occasione sono stati sequestrati un lingotto artigianale di 2491 grammi e circa 70mila euro in contanti. Quello stesso giorno, in Versilia, durante la perquisizione dei compro oro di Viareggio e Pietrasanta, sono stati rinvenuti e sequestrati frammenti di monili in oro, tagliati e deformati, un piccolo lingotto artigianale di 159,9 grammi e orologi Rolex di provenienza illecita.
Su ordinanza del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Lucca, sono stati condotti in carcere Gennaro Fiorentino, Serena Cioni, Matteo Fiorentino, Alessandro Iselli, Giorgio Bellucci e Roberto Marrazzo. Con loro, per concorso nei reati di ricettazione e riciclaggio di monili in oro provento di attività delittuosa, anche Augustin Sherri, Lucia Lafleur, Cesare Satori, Paolo Braidich, Natascia Held, Vittorio Levacovich, Jenny Facci, Vittorio Bodino, Mauro Dellachà, Valentino Dellachà, Salvatore Fiorentino. Agli arresti domiciliari Nunzio Fiorentino. Altri indagati per ricettazione sono stati sottoposti al divieto o obbligo di dimora e all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
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