Massacrato di botte, durante la notte, e rimasto a terra sanguinante e dolorante, con fratture al volto. Non una rapina – la vittima aveva banconote ancora in tasca – ma un’aggressione in piena regola quella compiuta, all’alba dello scorso 11 novembre, intorno alle 4, contro Giovanni Caruso, titolare del pub Dorian (ex Tasmira) di Palermo, in via Gerbasi, uno dei tre commercianti che si erano costituiti parte civile nel processo ai boss del pizzo di Borgo Vecchio, al termine del quale, giovedì 8 novembre, sono state inflitte 13 condanne per associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni e rapina.
Inizialmente gli investigatori avevano ipotizzato che potesse trattarsi di una ritorsione di matrice mafiosa ma questa pista sarebbe stata accantonata una volta analizzate le immagini di alcune telecamere di sorveglianza che hanno mostrato l’aggressione. Si nota, infatti, una donna piangere mentre parla al telefono con qualcuno. Poco dopo si avvicina Caruso che, accorgendosi del suo stato emotivo, si avvicina e le fa accendere una sigaretta. L’intento dell’imprenditore, quindi, sarebbe stato quello di calmarla.
Ma all’improvviso arriva, in sella ad uno scooter Beverly Piaggio, un uomo che si scaglia contro Caruso, sferrandogli calci e pugni, tra le grida disperate della donna che dice all’aggressore: “Antonio, Antonio…è un padre di famiglia”’. L’accento dell’aggressore potrebbe essere alterato dall’audio di registrazione: quella che sembra una cadenza campana potrebbe invece essere siciliana.
I carabinieri hanno diffuso il video del pestaggio per invitare i cittadini a volere collaborare nell’identificazione dell’aggressore e della donna o a fornire, comunque, notizie utili al loro rintraccio chiamando il 112.