I finanzieri del comando provinciale di Pescara hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di due extracomunitari per i reati di contraffazione e ricettazione. Denunciate oltre 100 persone e sequestrati 2,5 milioni di euro di merce contraffatta. L’indagine è partita nel novembre 2017, quando durante un controllo un cittadino senegalese è stato trovato con un borsone pieno di capi di abbigliamento contraffatti. Durante la successiva perquisizione domiciliare, a Montesilvano, sono stati trovati circa 1000 fra capi di abbigliamento e di pelletteria contraffatti oltre ai macchinari per confezionamento e numerose etichette di note griffes.
E’ stato accertato che il responsabile aveva creato una fiorente attività di “commercio all’ingrosso” di merce contraffatta e hanno permesso di individuare altri soggetti dediti al confezionamento e alla rivendita di merce. Infatti nel mese di dicembre 2017, in una palazzina nei pressi della pineta di Montesilvano, sono stati individuati diversi cittadini extracomunitari con grossi bustoni o borsoni verosimilmente contenenti merce contraffatta. All’interno dell’appartamento sono stati trovati alcuni cittadini senegalesi intenti ad apporre marchi contraffatti su capi di abbigliamento “anonimi” riproducenti modelli di noti marchi e, pertanto, si procedeva al sequestro di macchine da cucire, punzonatrici, pressa di stampo a caldo utilizzata per la produzione di etichette nonché vari metri quadrati di pelle, decine di rocchetti di cotone di vari colori, un pc connesso ad un plotter per la creazione di etichette oltre a centinaia di etichette già stampigliate e numerosi capi di abbigliamento già pronti per la vendita per complessivi 10mila articoli, con denuncia all’autorità giudiziaria di due senegalesi.
Il prosieguo dell’indagine, anche con il supporto delle intercettazioni telefoniche, faceva emergere una fitta rete di contatti con cittadini italiani ed extracomunitari, siti in varie zone d’Italia (Abruzzo, Marche, Puglia, Lombardia e Campania), che acquistavano dagli indagati pescaresi i capi contraffatti per la successiva rivendita a clienti finali. Si riusciva, tra l’altro, ad accertare le forniture di decine di migliaia di etichette di note griffes che sarebbero state successivamente apposte sui “capi anonimi” e, soprattutto, ad individuare, alcuni depositi/laboratori in cui venivano confezionati i capi contraffatti. In particolare, a Castellalto (Teramo), un opificio “clandestino” dedito al confezionamento illecito di capi di abbigliamento, in cui veniva rinvenuto un cittadino senegalese intento ad apporre etichette su capi “anonimi” ed un’attività commerciale, gestita di fatto da due soggetti teramani, che li poneva in vendita a Bellante (Teramo), all’interno di un centro commerciale, ove venivano rinvenuti centinaia di capi contraffatti di noti brand (Woolrich, Colmar, Stone Island e Moncler).L’indaginesi è conclusa con il sequestro complessivo di oltre 3.500 fra capidi abbigliamento ed etichette contraffatte, oltre che di macchine per cucire e materiale necessario al confezionamento e con la denuncia all’Autorità Giudiziaria di tre soggetti (un senegalese e due teramani).
Ulteriore intervento veniva effettuato a Civitanova Marche (Macerata), ove la merce contraffatta veniva rinvenuta stoccata in due cabine di uno stabilimento balneare, in cui venivano rinvenute etichette, giubbini, pantaloni, foulard e borse riproducenti marchi nazionali ed internazionali (Louis Vuitton, Burberry, Gucci, Woolrich, Save the Duck, Colmar, Ciesse Piumini, Napapijiri) nonché numerosi orologi contraffatti di prestigiose marche (Rolex, Audemars Piguet, Patek Philippe), per complessivi 85mila capi contraffatti. All’esito delle indagini, è stata emessa un’ordinanza di arresto nei confronti dei due senegalesi che, dopo essere stati ricercati e rintracciati, sono stati catturati nelle prime ore della mattinata a Montesilvano.
Complessivamente, sono stati effettuati 10 interventi operativi tra Pescara, Montesilvano (Pescara), Castellalto (Teramo), Bellante (Teramo) e Civitanova Marche (Macerata), che hanno permesso di sequestrare oltre 100mila articoli di merce contraffatta per un valore complessivo alla vendita di circa 2,5 milioni di euro, con l’arresto dei due senegalesi e con la denuncia all’autorità giudiziaria di 106 persone per i reati di contraffazione di marchi e ricettazione. L’investigazione avviata, corroborata da perquisizioni e sequestri, sebbene resa complessa dall’assenza di documentazione commerciale e fiscale, ha permesso di risalire a tutti i livelli della distribuzione, fino ai “grossisti”, consentendo di ricostruire e smantellare la “filiera illecita”.
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