Pizzo e atti intimidatori a commercianti: 10 arresti a Palermo

di Redazione

Avrebbero estorto denaro a due esercizi commerciali di Palermo per favorire Cosa nostra, in particolare i mandamenti mafiosi di Resuttana e San Lorenzo. Con questa accusa, nella mattinata di oggi, i carabinieri del nucleo investigativo, nell’ambito dell’operazione “Talea”, hanno dato esecuzione ad una misura cautelare in carcere, disposta dal Tribunale di Palermo, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di 10 indagati.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori nel mirino degli esattori del pizzo c’erano, tra gli altri, il bar ‘Golden’, la pizzeria ‘La Braciera’ e la polleria ‘Maurizio l’unico’, oltre ad alcune imprese edili. Dei 10 destinatari delle misure cautelari, otto sono già detenuti in carcere per mafia: si tratta di Pietro Salsiera, 60 anni, e Giovanni Niosi, 64, arrestati nel blitz “Talea” di 11 mesi fa, di Giuseppe Fricano, 51, Antonino Siragusa, 48, Antonino Tarallo, 45, e Michele Pillitteri, 58, catturati nell’operazione “Apocalisse” del 2014, di Salvatore Di Maio, 46, in cella dal 2011, e di Mario Napoli, 53, preso l’anno prima. Due, invece, gli arrestati prelevati all’alba nelle loro abitazioni: Antonino Cumbo, 53 anni, e Carlo Giannusa, di 49. Indagati a piede libero altri quattro uomini.

Le accuse vanno dalla tentata estorsione all’estorsione aggravata dal metodo mafioso. Atti incendiari e minacce contro chi si rifiutava di pagare il pizzo. Nel video in alto le immagini ritraggono un uomo che appicca il fuoco a un furgone davanti alla saracinesca di un’attività commerciale. In particolare, nel provvedimento il giudice ha contestato agli indagati tre vicende estorsive ricostruite attraverso le indagini tecniche, la successiva collaborazione e la denuncia delle vittime e i racconti del collaboratore di giustizia Sergio Macaluso, già esponente della famiglia mafiosa di Resuttana. Ha avuto un ruolo importante anche l’associazione “Addiopizzo”, in un consolidato sistema di tutela e di supporto alle vittime di questo reato.

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