Cinque arresti compiuti stamani dai carabinieri di Caserta, tra i comuni di Maddaloni (Caserta), Napoli e San Benedetto Ullano (Cosenza), nei confronti di un sodalizio criminale dedito a furti e rapine in abitazione. Quattro degli arrestati, finiti in carcere, erano coloro che si saccheggiavano gli appartamenti, mentre un quinto, assegnato ai domiciliari, si occupava della ricettazione della refurtiva.
Le indagini hanno consentito di individuare la banda come responsabile di 34 rapine e 18 furti in abitazione, avvenuti in Campania, nelle province di Caserta, Benevento e Avellino, ma anche nel Lazio, tra Frosinone e Latina, nell’arco di un anno, dal 1 gennaio 2017 al 10 gennaio scorso, e scovare anche l’uomo che provvedeva alla ricettazione degli oggetti preziosi trafugati. L’attività investigativa trae origine da una rapina compiuta nella notte del 25 maggio 2017 in un’abitazione di Piana di Monte Verna, frazione Villa Santa Croce, nell’Alto Casertano, dove quattro persone a volto coperto si introducevano forzando una porta-finestra, sorprendendo il proprietario e la famiglia nel sonno e, dopo averli minacciati, si impossessavano di alcuni preziosi, dandosi poi alla fuga. La vittima riferiva che i quattro uomini parlavano con inflessione campana e non con accento straniero.
Le indagini immediatamente attivate dalla stazione carabinieri di Caiazzo permettevano d’identificare i responsabili della rapina ed accertare che gli stessi si erano associati per la commissione di un numero indeterminato di delitti contro la persona ed il patrimonio, attuati in tutta la Campania e nelle zone di Formia. Gli indagati, nel corso di preventivi sopralluoghi effettuati durante le ore diurne, selezionavano gli obiettivi, abitazioni isolate e occupate principalmente da persone anziane. Una volta localizzate le case e studiate le abitudini delle vittime la banda passava alla fase esecutiva. Il “palo” si occupava di accompagnare coloro che avrebbero materialmente eseguito la rapina a pochi chilometri dall’abitazione prescelta per poi allontanarsi ed attendere il segnale per andare a recuperarli. Il gruppo operativo, solitamente composto tre o quattro persone, raggiungeva invece l’abitazione a piedi passando per le campagne ed attendeva mimetizzato che le persone all’interno andassero a dormire, agendo poi sfruttando il sonno delle stesse.
Gli autori, dopo il colpo, si allontanavano passando per le campagne, eludendo in questo modo le ricerche condotte dalle forze dell’ordine, per poi farsi recuperare dal palo ad alcuni chilometri di distanza dal teatro dell’azione. Nella normalità dei casi i malviventi derubavano le vittime nel sonno ma nei casi in cui vi fossero tentativi di resistenza, non esitavano ad usare violenza come avvenuto nel corso della rapina del 6 giugno 2017, consumata a Dugenta (Benevento), dove la reazione di una donna scatenava la furia del gruppo e provocava alla vittima lesioni guaribili in trenta giorni. L’attività criminale dell’associazione veniva interrotta dai carabinieri di Caserta subito dopo un’altra rapina consumata a Dugenta, il 10 gennaio scorso, ai danni di una donna anziana che si trovava da sola all’interno della sua abitazione. Nella circostanza, i quattro autori, si erano impossessati con violenza della fede nunziale e di altri monili custoditi in casa, venendo successivamente bloccati e tratti in arresto mentre a bordo di un’autovettura facevano ritorno a Maddaloni. I militari recuperavano la refurtiva trafugata, restituendola alla vittima.
I carabinieri, inoltre, risalivano a un “Compro Oro”, situato a Napoli, in via Scialoia, dove venivano ricettati i preziosi sottratti. “Nei confronti del titolare dell’attività commerciale, risultato perfettamente a conoscenza della provenienza illecita dei gioielli”, come si evince da una nota diramata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, il giudice per le indagini preliminari ha disposto gli arresti domiciliari.