Sono di nazionalità egiziana i cinque presunti scafisti del barcone arrivato sabato sera nel porto di Pozzallo, nel Ragusano, con 264 migranti a bordo, quasi tutti eritrei. I sospettati sono stati fermati dalla polizia con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. I cinque fermati hanno tra i 19 e i 31 anni. La Squadra mobile di Ragusa è arrivata alla loro identificazione dopo aver ascoltate le testimonianze di chi era a bordo.
Ascoltati dalla polizia, i migranti hanno dichiarato di aver pagato ciascuno 1.500 euro per raggiungere l’Italia, per un incasso complessivo intorno ai 400mila dollari. Sui cinque sono stati eseguiti rilievi da parte della polizia scientifica della Questura di Ragusa. Gli scafisti avevano diversi ruoli a bordo, dal comandante al motorista.
Tra i migranti a bordo molte donne e bambini, cui gli scafisti hanno negato cibo e acqua durante la traversata. Solo prima della partenza un pezzo di pane e formaggio. La loro permanenza nelle “connection house” libiche è durata oltre un anno. I migranti sono ora ospitati presso l’hotspot di Pozzallo per essere visitati e identificati. È stato accertato che nessuno degli sbarcati era mai stato identificato in Italia.
“Gli scafisti in questi casi sono veri e proprio professionisti – fanno sapere gli investigatori – assoldati dai libici con i quali stringono rapporti di lavoro, tanto da curare solo l’aspetto del viaggio ma non quello del reclutamento in Libia dei diversi passeggeri”. Dall’inizio dell’anno sono 38 i fermati, tra cui un minore, su 3.800 migranti sbarcati a Pozzallo.
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