L’amministrazione comunale di Aversa sotto lo scacco della Lega e, soprattutto, della magistratura che il 27 novembre prossimo dovrà decidere se il primo cittadino di Aversa Enrico De Cristofaro dovrà essere rinviato a giudizio o meno nell’ambito dell’inchiesta “The Queen” della Direzione distrettuale antimafia dove, per il momento, è indagato per presunto reati commessi quando ricopriva la carica di presidente dell’ordine provinciale degli Architetti di Caserta per un appalto connesso all’oramai ex “Casa dello Studente” di via Filippo Saporito, ad Aversa.
Più di uno degli esponenti della maggioranza “arcobaleno”, infatti, non fa mistero nello specificare che si riserva di decidere se continuare o meno ad appoggiare la coalizione dopo aver conosciuto la decisione della magistratura. Questo al di là delle polemiche che vanno avanti da mesi tra richieste di rimpasto limitato, azzeramento, esecutivo di altro profilo, accoppiate di consiglieri per indicare un assessore (“la morte della politica” hanno dichiarato dalle opposizioni). Il primo a defilarsi potrebbe essere proprio, come si anticipava, il consigliere comunale della Lega Michele Galluccio. Quest’ultimo, in un primo tempo, avrebbe voluto indicare quale assessore di riferimento la giornalista Ida Iorio, ma avrebbe ricevuto lo stop dei dirigenti, tra cui spicca l’ex senatore azzurro Pasquale Giuliano, anche se quest’ultimo non conferma ancora la propria adesione, mentre sembrerebbe certa la sua leadership tra i seguaci normanni del vicepremier Matteo Salvini. Alla fine, la Lega ha deciso di non chiedere l’assessore, ma di decidere di volta in volta se appoggiare l’esecutivo che in questi due anni e mezzo ha perso la connotazione di destra che aveva inizialmente. Infatti, al di là della presenza dall’origine di Francesco Di Virgilio e dell’ingresso dall’opposizione di Giovanni Innocenti e Rosario Capasso, negli ultimi tempi anche colonne della destra, come l’assessore Alfonso Oliva, sembrerebbero aver passato il guado: da fedele a Giampiero Zinzi qual era ad essere vicino al consigliere regionale Luigi Bosco.
Insomma, sarà dopo il 27 novembre che il Movimento 5 Stelle potrebbe far partire la propria proposta di una mozione di sfiducia. Mozione che trova già la disponibilità del Partito Democratico con il capogruppo consiliare Marco Villano che, però, evidenzia: “Premesso che siamo disponibili a sottoscrivere la mozione, ma il punto è che lo Statuto prevede che sia sottoscritta da dieci persone, numero forse da rivedere perché all’epoca rappresentava un terzo dei 30 consiglieri di prima, mentre oggi siamo 24. Tutta l’opposizione oggi conta su nove consiglieri mentre due si astengono e sarebbe importante capire cosa intendono fare”. Il riferimento è a Mario Tozzi e a Nico Nobis. Quest’ultimo, secondo Villano, è già parte integrante della maggioranza, mentre sarebbe oramai fuori Mimmo Palmieri che non vedrà mai, a suo avviso, rispettato il patto sottoscritto con l’attuale presidente del consiglio comunale Augusto Bisceglia di cedere la poltrona a metà mandato, ossia a dicembre prossimo.
Tempi non maturi, ma ancora per poco in vista di quel 27 novembre, anche perché, come ricorda sempre Villano, la mozione di sfiducia, una volta presentata, deve essere discussa non meno di 10 e non più di 30 giorni dopo. Insomma, potrebbe essere un Natale amaro per la maggioranza normanna, sempre che la voglia di non rompere le righe e tornare a casa prevalga su una situazione oramai compromessa con consiglieri che entrano ed escono dalla maggioranza.
nella foto: in alto, da sin. Giuliano, De Cristofaro, Iorio e Galluccio; sotto Matteo Salvini